In arrivo tagli tra il 20 e il 30 per cento degli stipendi a causa di un mancato rinnovo contrattuale: i sindacati sul piede di guerra
In tempo di pandemia ciò che sperano e che occorre ai lavoratori è un aumento della busta paga. I redditi italiani hanno bisogno di un serio sostegno per affrontare i rincari. Le stime calcolate arrivano a circa uno stipendio perso in un anno a causa degli aumenti generalizzati die prezzi e sui costi elevati delle bollette.
Tuttavia, mentre le istituzioni studiano le iniziative da intraprendere e intervengono intanto con provvedimenti tampone e bonus di vario genere, c’è chi addirittura deve fare i conti con dei tagli sullo stipendio. Si tratta dei lavoratori della Atv, Azienda di trasporti di Verona di cui il comune detiene la metà delle azioni.
Tagli ai dipendenti della Atv
La partecipata che si occupa del trasporto pubblico locale nella città veneta non ha rinnovato il contratto integrativo. La conseguenza sarà una perdita di guadagni per i lavoratori che sono stati stimati in un taglio del 20/30 per cento sugli stipendi. I sindacati sono, così, sul piede di guerra.
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La Filt Cgil Verona ha già annunciato che ci saranno degli scioperi attraverso una nota durissima. “Il Direttore generale di Atv Stefano Zaninelli – si legge nel comunicato sindacale – ha formalmente comunicato alle organizzazioni sindacali la volontà da parte dell’Azienda di disdettare il contratto integrativo aziendale a partire dal 1° gennaio 2023. Una decisione assurda – prosegue la nota.
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Poi il riferimento alle conseguenze che possono derivare da quanto deciso: “Una decisione destinata nel breve periodo ad avere un impatto fortemente negativo sui salari dei lavoratori, che in questo modo verranno tagliati del 20-30% a seconda del settore e della anzianità di servizio”. Infatti, gli stipendi dei lavoratori della Atv vanno da 1.200 a 1.700 euro mensili in base all’anzianità di servizio. I sindacati ricordano che l’azienda ha sempre prodotto profitti, anche durante il periodo difficile della pandemia.