I rincari arrivano anche per i gli affitti. Chiesti 350 euro soltanto per usufruire del divano per dormire
L’inflazione e il caro vita si sta trasferendo in tutti i settori. I costi energetici ormai crescono da diversi mesi e in vari comparti sono stati ancora una volta ritoccati i prezzi alla vendita. La conseguenza è l’aumento generalizzato dei prezzi di prodotti e servizi. Aumenta tutto ma i redditi restano gli stessi con grave rischio di recessione economica causata dal calo dei consumi.
Spesso le difficoltà economiche possono generare anche un commercio che rasenta l’assurdo. E’ quanto accaduto a Bologna dove un annuncio ha lasciato a bocca aperta. Infatti, sul un foglio scritto a mano è comparsa la seguente proposta: “Cercasi coinquilino, in via Broccaindosso è disponibile un posto letto nell’ampio salotto. Prezzo 350 euro al mese, comprese spese condominiali. Solo studenti”.
In sostanza si chiedono 350 euro solo per dormire e sul divano. A rendere pubblica la notizia è stato il portale Zic.it che aggiorna su notizie e interessi vicini all’ambiente universitario bolognese. Secondo il portale alla base di questo commercio che tocca livelli impensabili fino a qualche tempo fa è dovuta al turismo low cost.
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La turistificazione delle città provoca difficoltà per famiglie e studenti e lavoratori a trovare posti per dormire. Infatti, le abitazioni si stanno trasformando in b&b e camere da fittare per pochi giorni. Ai proprietari conviene gestire così i propri appartamenti con enorme difficoltà e con prezzi proibitivi per chi vive la quotidianità nelle città italiane.
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E’ legato a questo fenomeno anche il rifiuto in diversi casi che si sta registrando in alcuni concorsi pubblici da parte dei vincitori. Le destinazioni proibitive sotto il profilo degli affitti e un lavoro che, pur non essendo statale, consente comunque di vivere, genera il fenomeno del rifiuto. All’ultimo concorso congiunto per funzionari amministrativi Inail e ministero del Lavoro sono arrivate circa 700 rinunce. La questione energetica e l’inflazione, poi, peggiorano la situazione.