Ecco quali dinamiche producono l’aumento delle tariffe energetiche con il conseguente salasso dei cittadini. Vediamo in dettaglio
In tempi brevi si realizzerà il passaggio di consegne tra il governo uscente presieduto da Mario Draghi e il nuovo esecutivo presumibilmente retto da Giorgia Meloni. Esso avviene in un quadro storico drammatico per l’Europa e i suoi popoli, sottoposti ad un’azione di forza nella cornice della crisi energetica. Pertanto, anche nei prossimi mesi, come ad oggi, dovranno essere messe in campo sufficienti risorse per non far pagare interamente la crisi ai cittadini già in difficoltà.
Un ulteriore sforzo immane si prevede per le casse dello Stato, da tempo sotto pressione per soddisfare l’erogazione di bonus e incentivi attivati con gli ultimi decreti di sostegno. L’obiettivo principale, con l’inflazione dietro le quinte, è di agire prioritariamente sugli ormai noti maxi aumenti delle bollette sull’energia, destinati ad accrescere con l’avvicinarsi dell’inverno e tra gli annunci di prossima penuria delle scorte di gas.
Bollette, chi e cosa decide le tariffe
Per la verità, fornire motivazioni precise agli attuali aumenti non è al quanto semplice, neanche sotto il profilo tecnico della discussione, in quanto quasi sempre referenti, cause e scopi dei rincari che stiamo vivendo sorgono da uno scenario complessivo evanescente dove gli attori delle decisioni non sono affatto riconducibili alle circostanze di erogazione vissute dagli utenti finali.
I primi fattori individuabili riguardano le dinamiche che continuamente e parallelamente variano al punto da riformulare i prezzi: la spesa per la materia energia, a sua volta divisa per quota fissa e quota energia; spesa per il trasporto e la gestione del contatore, la quale include la quota fissa, la quota potenza e la quota energia; la s pesa per oneri di sistema; i ricalcoli; altre voci; infine, le imposte.
Ad incrementare le bollette non c’è soltanto il prezzo dell’energia, ma, in riferimento alle aziende, ad un aumento delle richiesta di risorse che comporterà un aumento della domanda della materia prima. Capire chi è dietro gli attuali aumenti è estremamente difficile perché diverse ragioni concorrono alla realizzazione di un unico risultato. Certamente, in Italia, la decisione ultima sulle tariffe spetta all’ARERA, nota ultimamente per aver convertito l’indice TTS del mercato internazionale di Amsterdam con l’italiano PSV.
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L’Azienda aggiorna trimestralmente le tariffe di luce e gas a favore degli utenti in maggior tutela; è concessa piena autonomia agli operatori del mercato libero, i quali possono decidere per le opzioni: tariffe con prezzo bloccato per un certo periodo di tempo (12 o 24 mesi); prezzo indicizzato all’andamento dei mercati; prezzo indicizzato agli aggiornamenti trimestrali di ARERA.
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Niente affatto marginale è il ruolo dei carbon credits, ossia i certificati di emissione che autorizzano all’emissione di una certa quantità di CO2 nell’ambente. Sono scambiabili come i titoli di borsa, e possono provocare un forte rialzo del prezzo se: una società vuole inquinare di più; le aziende vogliono acquistarne di nuovi; vi è tanta domanda e poca offerta. Costi, questi, scaricati sui clienti finali.