Il governo uscente ha approvato la Nadef, nota di aggiornamento al def prevista per fine settembre: le previsioni economiche
L’inflazione è il grande tema che frena i consumi e mette in difficoltà i redditi bassi e medio bassi. Glu aumenti generalizzati sono arrivati ad un tasso del 9,8%. Un colpo notevole per i redditi più bassi. Avere un tasso di inflazione così alto significa perdere quasi una mensilità sul reddito annuo che per redditi bassi è un colpo notevole.
Intanto il governo uscente sta definendo le ultime scadenze prima di passare la mano al nuovo esecutivo che è in fase di programmazione per il prossimo mese. Le consultazioni con il Capo dello Stato si terranno a metà ottobre. A fine mese si avrà un nuovo governo. Intanto l’esecutivo a guida Draghi ha approvato la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef).
Si tratta di un documento che aggiorna le previsioni economiche e finanziarie previste dal def, documento di economia e finanze che si presenta ad aprile di ogni anno. Il documento tra i diversi punti ha anche previsto quando dovrebbe arrivare una frenata all’inflazione che attanaglia i redditi bassi.
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Si legge sul documento che “L’aggiornamento della previsione evidenzia anche un rialzo del sentiero dell’inflazione e della crescita salariale; si continua comunque a prevedere che il tasso di inflazione cominci a scendere entro la fine di quest’anno”. Le previsioni si allineano con quanto previsto dalla Bce alcune settimane fa anche se, di recente, l’ente finanziario europeo ha previsto una inflazione alta per l’area Euro per diversi mesi ancora.
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In sostanza, ci sarà un rallentamento ma l’inflazione durerà ancora per diverso tempo. Infatti la presenza dell’inflazione influirà sul pil del 2023 e anche degli anni immediatamente successivi. Si legge sempre nella Nota che “Il rapporto debito/Pil è previsto in netto calo quest’anno, al 145,4% dal 150,3% del 2021. Negli anni a seguire scenderà fino ad arrivare al 139,3% nel 2025″.