Esiste una stretta relazione tra condizioni ambientali, economia e salute, dimostrata dalla pandemia, una pubblicazione presentata dall’Isde
La pandemia di Covid 19, che ha sconvolto il mondo e che ha causato milioni di decessi in tutto il mondo a partire dal 2020, ha mostrato chiaramente le strette relazioni esistenti tra situazione ambientale, malattie trasmittibili e non trasmittibili e condizioni socio-economiche. In particolare è emerso il peso delle diseguaglianze economiche nell’adozione di un’adeguata profilassi, in particolar modo, ma non esclusivamente, nelle vaccinazioni.
L’Isde (International Society of Doctors for the Environment ), a cui è affiliata l’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente, descrive la pandemia Covid 19 come una sindemia. L’insieme, cioè, di malattie e disfunzioni pandemiche non solo sanitarie, ma anche sociali, economiche, psicologiche, degli stili di vita, di godimento della cultura e dei rapporti umani che hanno coinvolto popolazioni già vulnerabili e colpite dall’interazione di crisi ambientali e diseguaglianze. L’Isde ha presentato una pubblicazione di autori internazionali che affronta la questione.
L’articolo, pubblicato sulla rivista internazionale Internal and Emergency Medicine da un gruppo di autori Isde, chiarisce la necessità di allargare l’analisi della crisi pandemica alla correlazione tra fattori ambientali, sanitari ed economici. La complessità della situazione richiede innanzi tutto un approccio diverso alle pratiche mediche, che non si riduca ad affrontare le comorbilità e la gestione clinica delle malattie da più punti di vista. Occorre un approccio one health, “basato sulla concezione della salute dell’uomo, dell’ambiente e degli animali come una sola salute”.
Secondo Agostino Di Ciaula, primo autore dell’articolo e presidente del comitato scientificìo dell’Isde “si evidenzia come ci sia ancora troppa distanza tra le solide evidenze scientifiche oggi disponibili sull’importanza fisiopatologica delle alterazioni ambientali e il loro concreto utilizzo nella pratica clinica, attraverso misure di prevenzione primaria. Tali evidenze sono quasi sistematicamente ignorate, contribuendo ad aggravare una situazione già critica.”
“Numerosi studi dimostrano come modificazioni climatiche, inquinamento, squilibrio demografico e disuguaglianze abbiano influenzato la diffusione e gli esiti del Covid-19 in comunità vulnerabili”. Emerge inoltre il ruolo dell’inquinamento ambientale nell’epidemiologia di malattie e disabilità sia a livello individuale che di intere comunità.
Un approccio diverso alla complessità della situazione a vari livelli è necessario per affrontare l’incremento di numerose patologie non trasmittibili e di future pandemie. La salute individuale e sociale deve essere considerata da un punto di vista olistico e globale, nel quale trovino spazio preoccupazioni ambientali ed economiche, oltre che mediche.
I programmi sanitari devono essere orientati alla prevenzione degli stati patologici individuali e sociali, ma con approccio multidisciplinare e su un piano di consapevolezza delle interrelazioni esistenti con le condizioni ambientali e socio-economiche.