Assegno divorzio, una nuova sentenza può cambiare tutto

Nel conteggiare l’assegno di divorzio, la legge al momento presenta alcune lacune che le Sezioni Unite potrebbero colmare

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Divorzio (Foto Pixabay)

Quando ci si trova in occorrenze spiacevoli se non traumatizzanti come una separazione o un divorzio, oltre all’impegno per la metabolizzazione della perdita affettiva purtroppo si devono sbrigare anche degli oneri burocratici, che possono diventare estenuanti nel caso in cui non ci sia accordo tra le due parti e si ricorra ad una battaglia sull’avvocato migliore. Queste eventualità generalmente capitano quando in ballo ci sono beni patrimoniali importanti.

Nei casi più comuni, i disaccordi sono focalizzati sull’assegno divorzile. A chi va e a quanto ammonta. L’entità dell’assegno dipende da molti fattori, in primis la condizione economica del soggetto ritenuto più debole; l’eventuale presenza di figli; la durata del matrimonio. Proprio su quest’ultimo cavillo in questi giorni i togati si sono riuniti in piazza dei Tribunali a Roma per decidere se modificare o meno le modalità di assegnazione.

Assegno divorzio, vengono conteggiati anche gli anni di convivenza?

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Assegno (Foto Pixabay)

Sulla carta, riprendendo una legge del 1970, fanno fede ai fini dell’assegno divorzile gli unici anni del matrimonio, ovvero dal giorno del fatidico sì. Tuttavia dal 1970 è passata molta acqua sotto i ponti, ed anche i costumi della società sono cambiati. Per cui non è infrequente, anzi, è la condizione più spesso vissuta, che ci siano anni di convivenza antecedenti al matrimonio. Che anche se non hanno avuto propedeuticamente giuramento formale implicano comunque un impegno e mutua assistenza.

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Di conseguenza i giudici hanno concluso che “Il riconoscimento di una sostanziale identità dal punto di vista della dignità sociale, tra i due fenomeni di aggregazione affettiva, sotto alcuni punti di vista (non certo per tutti) rende meno coerente il mantenimento di una distinzione fra la durata legale del matrimonio e quella della convivenza”.

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Questa affermazione sembra indicare uno spostamento legislativo, per cui in futuro gli anni di convivenza precedenti al matrimonio potrebbero assumere un peso nella determinazione dell’assegno per il divorzio, che deve essere distinto dall’assegno di mantenimento.

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