Le spese degli italiani nelle bollette sono molto più alte di quelle di altri paesi europei, quale la spiegazione
Gli effetti dell’inflazione si fanno sentire pesantemente sull’economia italiana. La spirale maggiori costi energetici, minori consumi complessivi trova proprio nell’inflazione il suo canale di trasmissione. L’aumento dei prezzi, infatti, non solo dei prodotti energetici, investe sia il reddito delle famiglie che la ricchezza detenuta in forma di liquidità.
Si stima che nei primi 6 mesi del 2022 la perdita del potere d’acquisto delle famiglie sia stata pari a circa 77 miliardi di euro di ricchezza liquida, difficilmente recuperabile in futuro. La conseguenza è una forte riduzione dei consumi che insieme all’incertezza generalizzata sta generando una condizione di recessione tecnica, già per i mesi a cavallo di quest’anno e dl prossimo.
Quanto costano le bollette per le famiglie e le imprese italiane
Secondo una ricerca condtta da Confcommercio in collaborazione con Nomisma Energia, le imprese italiane pagano il 70% in più l’elettricità rispetto alla Francia e il 27% rispetto alla Spagna. Le cause di questa disparità sarebbero da individuare nella mancata diversificazione delle fonti di energia e dei fornitori.
Le bollette aumentano quindi per imprese e famiglie con una spirale inflazionistica che non pare arrestarsi e che ha determinato la forte perdita del potere d’acquisto di salari e stipendi registrata. Emerge dallo studio che l’Italia ha stanziato più della Spagna (quasi il doppio) e della Francia per il contenimento dei costi dell’energia, ma nonostante ciò i costi in bolletta restano decisamente più alti degli altri due paesi.
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Il trend al rialzo di gas ed energia elettrica pare si stia riducendo, ma ciò non modifica al momento la situazione. I costi dell’energia comprimono altre voci di spesa delle famiglie, con aumenti in bolletta per tutte le filiere produttive e distributive, con conseguenze dirette sui consumi che si stanno restringendo sempre più.
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Gli interventi statali a sostegno delle famiglie, circa 40 miliardi, hanno contenuto le perdite di reddito dei nuclei familiari meno abbienti, ma non possono sostenere i consumi già in forte calo e che sembrano destinati a diminuire ulteriormente.