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Bollette, lavori smart-working? Devi sapere questa cosa

Lo smart working ha dei costi da non sottovalutare per i lavoratori, cosa sapere per evitare brutte sorprese in bolletta

Smart working (Foto Unspalsh)

Lo smart working ha avuto un grande sviluppo nei mesi della pandemia, rappresentando una oppurtunità per il sistema produttivo in una fase di grande difficoltà. Non solo nel settore pubblico, ma anche in quello privato la necessità di continuare nelle attività ne ha spinto lo sviluppo avvicinando l’Italia a standard internazionali. Dalla scuola ai servizi privati tutti comparti ne hanno approfittato con vantaggio. La filosofia di base si poggia su flessibilità e autonomia nella scelta di orari, spazi e strumenti.

Ma la realtà è stata assai diversa. Essendo una modalità nuova di svolgere e organizzare il lavoro, il dibattito su tempi, assetti e normative di riferimento è stato molto acceso ed è tuttora in corso. Tra gli argomenti scottanti il trasferimento di alcuni costi dall’impresa o struttura amministrativa direttamente al lavoratore, con evidenti svantaggi per quest’ultimo.

Quanto consuma un pc ad un lavoratore in smart working

Smart working (Foto Unspalsh)

Strumento essenziale per lavorare in modalità smart è il computer sia esso portatile o fisso. Immediatamente il pensiero va ai costi dell’energia elettrica consumata che devono essere affrontati dal lavoratore. Costi che in precedenza erano di pertinenza aziendale. I consumi di un pc dipendono dal modello e dalla componentistica e non esiste una risposta valida per tutte le macchine.

Il computer fisso, comunque, ha dei consumi maggiori rispetto al portatile con componenti separate e che richiedono maggiore energia. Anche qui l’uso e le varie periferiche fanno la differenza. Il gaming, per esempio ha consumi elevati, così come un schermo di molti pollici. Un dispositivo di fascia media assorbe in un’ora circa 70 W a riposo e circa 300 in funzione. In più si aggiungono i consumi del monitor.

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Il costo per circa un’ora è di 0,3 kWh, quindi un uso di 8 ore corrisponde a 2,4 kWh. In base ai prezzi offerti dal mercato tutelato e da quallo libero, un computer potrebbe costare all’anno tra i 120 e i 150 euro. Il pc portatile ha costi minori. Per rispamiare si può spegnerlo, utlizzando la batteria a disposizione fino al suo esaurimento per provvedere poi ad una ricarica.

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Il caricatore di un portatile raggiunge la potenza di 60 W, anche qui dipende da marca e modello, con 0,06 kWh. Un pc portatile potrebbe costare tra i 30 e i 90 euro all’anno. Lo stand by invece ha un consumo irrisorio, soprattutto nei modelli più aggiornati. Quindi si può lasciare il pc in stand by quando inattivo, se proprio non è possibile spegnerlo mentre si lavora.

Pubblicato da
Vincenzo Pugliano