Cosa avviene in caso di versamento in ritardo del bollo auto, gli interessi che si devono versare
Non bisogna confondersi: il bollo auto non si paga per la circolazione del veicolo sulle strade e autostrade. Nello specifico consiste invece in un’imposta sul possesso del mezzo che va versata ogni anno, con scadenze precise. Ne sono interessati quindi anche mezzi fermi o non marcianti. La caratteristica sostanziale è l’iscrizione al Pubblico Registro Automobilistico (PRA) del veicolo.
Il bollo è amministrato dalle Regioni e dalle province autonome. Il computo della somma avviene in considerazione del’impatto ambientale del mezzo e della potenza del motore espressa in cavalli. Tutti i proprietari sono tenuti al versamento del bollo con alcune eccezioni ed esenzioni che variano da regione a regione (mezzi storici, livello minimo di inquinanti emessi, invalidità del proprietario, eccetera).
Quando il pagamento del bollo auto avviene fuori dai tempi previsti
Può capitare di pagare in ritardo il bollo auto, in tal caso si incorre in sanzioni amministrative la cui entità varia a seconda dei giorni di mancato pagamento. Il contribuente può però sanare la sua posizione versando il dovuto aumentato della sanzione e di eventuali interessi. Questo provvedimento amministrativo varia nel seguente modo, con il cosiddetto ravvedimento operoso valido per il secondo anno dopo la scadenza del pagamento.
Entro i primi 14 giorni dalla scadenza c’è una sanzione dello 0,1 per cento per il ritardo (ravvedimento veloce); tra il 15° e il 30° giorno la sanzione ammonta all’1,5 per cento (ravvedimento breve); dal 31° al 90° giorno si paga l’1,67 per cento in più (ravvedimento medio); dal 91° all’anno di ritardo la sanzione arriva al 3,7 per cento (ravvedimento lungo).
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Entro i 2 anni si paga il 4,286 per cento (ravvedimento biennale) e il 5 per cento in caso di ravvedimento pluriennale entro i 3 anni. Oltre alla sanzione saldando con il ravvedimento operoso si pagano gli interessi legali giornalieri che corrispondono, a partire dal 1 gennaio 2022, al 1,25 per cento di tasso annuo.
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Comunque il ravvedimento operoso va effettuato prima che scatti l’eventuale cartella esattoriale con tutte le pesanti conseguenze del caso. Dopo tre anni la sanzione sale vertiginosamente con un aumento del 30 per cento del bollo non versato con in più gli interessi fiscali e legali giornalieri.