Contestare una multa, lo prevede la legge se si è convinti di avere ragione: come fare e qual è la procedura
La multa è una sanzione amministrativa comminata quando si vìola il Codice della Strada. Ricevere a casa la busta verde non è mai buon segno e non piace a nessuno. Leggendo dettagliatamente la contestazione, a volte si pensa anche che in realtà non sia stata commessa nessuna infrazione e che le regole siano state rispettate. Insomma, si è convinti che la multa sia ingiusta.
La legge prevede che si può contestare ma c’è un iter ben preciso da rispettare con costi e tempi dettagliati. Vediamo come fare e quali sono i motivi per cui si può contestare una multa.
Una causa di contestazione può essere per la consegna doppio del verbale relativo alla stessa violazione, una notifica dopo che il pagamento è già avvenuto, la consegna al vecchio proprietario del veicolo ma dopo passaggio di proprietà oppure ancora quando c’è un vizio di forma, il verbale è incompleto o illeggibile, infine se il verbale è stato consegnato oltre il tempo massimo previsto.
Se la multa viene comminata per eccesso di velocità, si può contestare il verbale per la mancata indicazione della presenza di un autovelox o per apparecchi non omologati.
Per vizio di forma s’intende che il verbale non è stato trascritta in modo regolare poiché ci sono dati errati o mancanti perché vi sono informazioni mancanti o errate.
Quando parliamo di tempi ci riferiamo al fatto che la multa deve essere consegnata entro e non oltre 90 giorni dalla data in cui è stata commessa l’infrazione. I tempi si allungano a 360 giorni se si è residenti all’estero.
Contestare una multa, come fare ricorso
Ci sono due modi per fare ricorso: presentarlo al Prefetto o al Giudice di Pace.
Rivolgersi al Prefetto è il modo più rapido ed economico, Non è previsto il pagamento di alcuna marca da bollo e non ci sarà bisogno nemmeno di essere assistiti legalmente anche se i tempi sono più lunghi. Si può inviare una Pec con firma digitale autenticata o una raccomandata A/R.
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Il Prefetto avrà 210 giorni (7 mesi) di tempo a disposizione per rispondere. Nel caso in cui il Prefetto non dovesse rispondere entro il tempo stabilito, è da considerare valido il principio del silenzio assenso e quindi il ricorso è accolto. Se la risposta dovesse essere negativa, la sanzione viene raddoppiata.
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Si può dunque procedere al ricorso al Giudice di Pace. Il ricorso va infatti redatto su carta libera, allegando una copia del verbale di accertamento e altra relativa documentazione utile a validare le ragioni che sono alla base del ricorso.