Finisce col conto svuotato con un SMS: risarcimento da parte della banca, dopo la truffa in modalità smishing.
Le truffe online sono uno dei temi più ricorrenti di questi mesi: se ne conoscono tante e in diverse modalità. Tanti sono i consumatori italiani che ne restano vittima e spesso ci chiediamo come fare quando caschiamo anche noi nella Rete. Tante volte abbiamo a che fare con persone che peccano di ingenuità.
Ma sono moltissime anche le occasioni in cui la truffa non solo è ben congegnata, ma dietro di questo ci possono essere anche delle mancanze della nostra banca di fiducia. Un po’ è questa la vicenda che è emersa in queste ore e che arriva da Verona, che vede protagonista una professionista, coinvolta in un’incredibile episodio di smishing.
Professionista finisce col conto svuotato per colpa di un SMS: come è andata a finire?
In questo caso la vittima della truffa è una psichiatra del veronese, la dottoressa Alessandra Massa, che si è ritrovata improvvisamente col conto svuotato a causa di tre operazioni di bonifico, che lei ha sempre sostenuto di non avere mai richiesto. Tutta colpa di un sms con un numero di telefono riconducibile alla banca, della quale la nota professionista è cliente da ben 40 anni.
Insomma, operazioni che la donna avrebbe condotto nel dicembre del 2021 in assoluta buonafede e senza poter nemmeno immaginare che dietro quel messaggio ricevuto non ci fosse davvero la sua banca. In tutto la donna ha perso una cifra consistente, ovvero 41.500 euro, e a quel punto si è rivolta al suo istituto di credito.
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Quello che le è successo è stato quantomeno sconcertante: la banca infatti non solo non si sarebbe mossa per bloccare i bonifici, ma il sostegno che le avrebbe offerto riguardava la possibilità di un prestito con un tasso che era addirittura del 10%. Spiazzata, la nota professionista non si è persa d’animo nemmeno stavolta e ha chiesto l’aiuto di Adiconsum, un’associazione a tutela dei consumatori.
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L’associazione ha portato il ricorso della psichiatra di fronte all’Arbitro Bancario Finanziario, che ha riconosciuto le ragioni della donna. Dunque, a quel punto la banca ha dovuto integralmente risarcire la donna della somma che aveva perduto. Non si tratta del primo caso simile, ma comunque è un’importante tutela anche per il futuro e per altri consumatori.