Arriva la decisione del Ministero dell’Economia e finanze sulle modalità di pagamento del canone Rai per il 2023
L’ultimo bimestre dell’anno è ormai in corso e si avvicina il periodo in cui la bolletta dell’energia elettrica può alleggerirsi, almeno per una voce. Infatti, nell’ultimo bimestre dell’anno mancherà la rata del canone Rai. L’imposta è dovuta per il valore di 90 euro annui ed è agganciata alla bolletta dell’energia elettrica.
Essendo le bollette a cadenza bimestrale, il canone da 90 euro è suddiviso in 5 rate da 18 euro aggiunte alle prime cinque bollette dell’anno solare. Tuttavia, lo scorso anno la commissione europea aveva esortato l’Italia ad eliminare l’imposta dalla bolletta elettrica perché i trattati firmati dagli Stati membri non prevedono oneri impropri inseriti nelle bollette elettriche. In tal senso, integrare la bolletta con un’imposta slegata dalla stessa rappresenta un onere improprio.
Canone Rai, come si pagherà nel 2023
L’Italia avrebbe dovuto, così, eliminare il pagamento del canone Rai dalle bollette elettriche a partire dal 2023. Tutto sembrava presagire che si sarebbe andato verso una nuova modalità di pagamento. Tuttavia, la novità è arrivata nelle ultime ore direttamente dal Mef. Infatti, il ministero dell’economia e finanze ha fatto sapere attraverso una nota cosa accadrà.
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La certezza giunta dal ministero è che il canone Rai si pagherà ancora in bolletta nel nuovo anno. Nessun cambiamento, quindi, a partire da gennaio per i contribuenti. Infatti la nota del Mef dice appunto che: “L’ipotesi di esclusione del canone Rai dalla bolletta elettrica non risulta, alla luce del lungo lavoro istruttorio in corso, fondata”.
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La questione – afferma il Mef – trova il suo fondamento nell’esigenza di tutela della concorrenza del mercato dell’energia elettrica e si basa sulle proposte Agcm, la quale non aveva rilevato alcuna criticità in merito al pagamento del canone Rai dal punto di vista della concorrenza del mercato dell’energia, a condizione che il pagamento fosse trasparente per gli utenti finali. Requisito che risulta soddisfatto”, conclude il ministero nella nota.