Il governo è al lavoro sulla legge di bilancio. Servono risorse e si punta ad aumentare le tasse sugli extraprofitti delle società energetiche
I costi dell’energia sono da mesi al centro della situazione economica della zona Euro e non solo. Alla base dei rincari e dell’inflazione generata ci sono i progressivi aumenti delle tariffe di energia elettrica e gas ai quali si è aggiunta l’altalena dei prezzi dei carburanti, per ora mitigati, ma soltanto dal mese di maggio, grazie al taglio delle accise.
In questo scenario di aumenti ci sono, tuttavia, soggetti che stanno aumentando i loro profitti. Si tratta di società del settore energetico che stanno speculando facendo leva sul fatto che i prezzi sono quotati sul mercato valutario. Su questo fronte l’Unione europea aveva già indicato ai paesi membri la tassazione extra dei profitti ulteriori prodotti dalle società energetiche nel periodo che va da ottobre 2021 a marzo 2022.
L’indicazione dell’Unione è quella di tassare gli extraprofitti ad una percentuale non inferiore al 33%. In Italia l’indicazione dell’Unione è stata colta dal governo Draghi che ha applicato il 25% di tassazione degli extraprofitti. Questi soldi sono serviti per finanziare i decreti Aiuti emanati proprio per fronteggiare gli effetti del caro energia e dell’inflazione.
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L’intenzione dell’attuale governo, però, è quella di seguire in pieno il riferimento dell’Unione europea e tassare del 33% gli extraprofitti delle società energetiche. Si cerca, in tal modo, di trovare i fondi per finanziare la legge di bilancio le cui risorse, come anticipato dal governo di recente, serviranno soprattutto a contrastare gli effetti del caro bollette.
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In tal senso, a spiegare le intenzioni del governo è il sottosegretario Leo: “Sappiamo che la misura che si applica oggi è del 25% però il regolamento europeo parla di una misura del 33% e quindi a mio modo di vedere possiamo attestarci su quella o andare oltre perché lo stesso regolamento effettivamente parla di una misura non inferiore al 33%”.