Crollano i consumi degli italiani, a farla da padrone l’inusitato volo dell’inflazione. I dati reali e le previsioni per il 2023 e del 2024
Con l’inizio del mese di dicembre 2022 l’Italia e l’Europa entreranno, ufficialmente, nel mese numero 34 dall’inizio della crisi. Una crisi che nasce nel marzo del 2020, con l’avvento della pandemia da coronavirus covid-19, e che mostra subito gli artigli facendo perdere, solo tra aprile e dicembre di quell’anno, il 9,52% del Prodotto Interno Lordo, il PIL.
Nel 2021 il Paese ha avuto una netta risalita pur non recuperando per intero il terreno perduto mentre nel 2022 quando stava puntando ad una crescita robusta è arrivata, in febbraio, la gelata dello scoppio delle guerra tra Russia e Ucraina.
Quello che è accaduto nei mesi che ci separano da febbraio 2022 è noto, aumento dei prezzi delle materia prime, volo del prezzo di benzina e gas, esordio della crisi energetica ed in ultimo il ritorno di due meccanismi macroeconomici terribili, l’inflazione e la stagnazione.
Inflazione, l’enorme danno per l’economia reale
Due meccanismi, purtroppo gemelli, perché direttamente concatenati che rischiano di minare le fondamenta della nostra economia. L’inflazione, nello specifico, è, secondo la dottrina classica l’aumento prolungato dei prezzi al consumo, ed è stimata per la fine del 2022 oltre il 13%, oggi è 11,8.
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Questo significa che oggi un euro ha potere di acquisto di 88,2 centesimi. Un disastro, un dato che incide sulle famiglie e sulle aziende, un dato abnorme, era dal 1984 che non avevamo queste cifre.
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La conseguenza diretta è la stagnazione dei consumi. E sommare stagnazione ed inflazione porta alla stagflazione l’anticamera della recessione. Recessione che secondo le stime di novembre 2022 della Confesercenti è già in atto.
L’associazione di categoria che riunisce al suo interno le imprese italiane di commercio prevede per il Natale 2022 una riduzione delle spese di 2 miliardi, con un ulteriore discesa di altri 80 milioni nel 2023 per toccare la punta negativa 4,3 miliardi di minori introiti per le imprese del settore.
Un campanello di allarme per tutto il sistema economico, un nodo delicatissimo sul quale il Governo del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è chiamato ad intervenire prima possibile.