Assegno Unico 2023: il governo nella manovra economica ha apportato delle modifiche alla misura in sostegno dei figli
Nella nuova Legge di Bilancio buona parte è costituita dalla proroga delle vecchie misure come i bonus voluti dal governo di Mario Draghi. Tra queste c’è l’Assegno Unico e Universale per i figli a carico, entrato in vigore il 1 gennaio 2022 con i primi versamenti che sono stati effettuati a partire da marzo.
Ora la legge dovrà essere sottoposta all’esame di Camera e Senato ma visti i tempi stretti (deve essere approvata entro il 31 dicembre 2022) e la maggioranza di cui gode il governo in Parlamento, difficilmente ci saranno soprese e grandi cambiamenti.
La manovra dunque dovrebbe restare grossomodo la stessa e così sarà probabilmente anche per le modifiche apportate all’Assegno Unico.
Assegno Unico 2023, le novità
Il Consiglio dei Ministri ha infatti licenziato il testo che prevede un aumento del 50% dell’importo nel primo anno di vita del bambino. La stessa percentuale maggiorata è prevista per tre anni per le famiglie che hanno tre o più figli.
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Sempre in tema di sostegno alle famiglie, cambia anche il congedo parentale. Parliamo di quel periodo di astensione facoltativo dal lavoro che viene concesso ai genitori nei primi anni di vita dei figli. Dal 2023 è previsto un mese in più da fruire entro i sei anni di età con l’aumento all’80%.
Rafforzato anche il bonus sociale, ossia l’agevolazione automatica che dà sconti sulle bollette di gas e luce alle famiglie che hanno più difficoltà economica. Se già il precedente esecutivo aveva alzato la soglia Isee per i beneficiari a 12mila euro, ora con la manovra rientrano anche i cittadini che hanno un’Indicatore di massi 15mila euro.
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Ci sarà anche la riduzione dal 10% al 5% sui prodotti dei beni primari dell’infanzia come i pannolini ma anche gli assorbenti femminili.
500 milioni di euro sono stati stanziati per la Carta Risparmio Spesa che sarà gestita dai Comuni e rivolta ai nuclei familiari con meno di 15mila euro.