L’Unione europea impone al governo la linea sul contante e la lotta all’evasione. Restano anche le multe
La prova di forza con l’Unione europea non ha funzionato. La Commissione all’economia dell’Unione ha preteso che l’Italia mantenesse gli impegni presi con il Pnrr, la cui quota al 40 per cento circa è finanziata a fondo perduto dall’Unione. Infatti, l’Italia è il paese membro dell’Unione che gode della quota maggiore dei fondi europei per la ripresa dalla pandemia.
Tuttavia, in cambio l’Europa ha preteso garanzie su alcuni punti tra cui maggiore impegno, in fatti concreti, alla lotta all’evasione fiscale. E così, arriva la retromarcia dell’esecutivo italiano sulla questione dell’obbligo di accettare pagamenti con carta. L’esecutivo Meloni per accontentare il suo elettorato fortemente rappresentato dal settore del commercio al dettaglio, aveva introdotto per il 2023 una soglia, prima di 60 euro poi abbassata a 30 euro fino alla quale non c’era l’obbligo di accettare pagamenti elettronici.
Tuttavia, la questione contrasta con gli impegni presi per il Pnrr. Contrasti sottolineati anche da Corte dei Conti e Banca d’Italia. E così, manca solo l’ufficialità per la retromarcia affiancata anche dalle multe. Infatti, a partire da giugno sono in vigore le multe per gli esercenti che rifiutano il pagamento con carta.
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Oltre all’obbligo resta anche la multa. Resta, invece, il limite massimo ai pagamenti in contanti a 5.000 euro, almeno per il momento. La Commissione al bilancio dell’Unione contesta il fatto che una norma del genere vada a contrastare gli impegni presi con l’Unione in riferimento al Pnrr.
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Impegni che erano stati richiamati anche da Corte dei Conti e Capo dello Stato oltre ai riferimenti della Banca d’Italia nello specifico della lotta all’evasione. Tutte le istituzioni specifiche hanno contestato l’idea di facilitare il contante in un periodo della storia del paese in cui si sta andando verso la digitalizzazione dei pagamenti cercando di mettersi al passo con l’occidente. Ora il governo in tempi brevi dovrà approvare una norma per assicurare dei crediti d’imposta ai commercianti, come erano già in vigore, al fine di consentire di minimizzare il costo delle commissioni.