Il taglio del cuneo fiscale crescerà soltanto per una fetta di lavoratori che arrivano ad una soglia di reddito determinata
Il taglio del cuneo fiscale rientra tra i punti di intervento nella nuova legge di bilancio per il 2023 varata dal governo Meloni. La manovra è ancora in fase di definizione e non ci sono ancora tutte le certezze necessarie per considerare chiusa la partita. In queste ore e giorni si decide ancora sugli emendamenti proposti dalle varie fazioni che sostengono il governo.
Ogni giorno, tuttavia, è importante per aggiungere un tassello al mosaico finale che porterà all’approvazione entro il 31 dicembre per evitare l’esercizio provvisorio. Tra le ultime decisioni prese c’è anche il cuneo fiscale che vuol dire più soldi in tasca ai lavoratori dipendenti.
Buste paga, taglio del cuneo fiscale al 3% ma non per tutti
Infatti, già il governo Draghi aveva stabilito un taglio del 2% per i redditi da lavoro fino a 35.000 euro lordi all’anno. La scadenza del provvedimento del precedente governo, però, è il 31 dicembre. L’attuale esecutivo ha deciso di prorogare il provvedimento e incrementare di un punto percentuale il taglio del cuneo fiscale ma soltanto per i redditi fino a 20.000 o 25.000 euro lordi annui.
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Gli altri lavoratori fino a 35.000 euro continueranno a ricevere il taglio del 2% così come previsto già in questi mesi del 2022 dal governo Draghi. L’obiettivo di questa legislatura è arrivare al 5% del taglio del cuneo fiscale. Tuttavia, questa percentuale rapportata alle buste paga non comporta aumenti considerevoli. Si tratta di piccoli passi in avanti.
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Infatti, colo che hanno un reddito di 15.000 euro annui riceveranno sostanzialmente un aumento di poco meno di 10 euro al mese. Gli aumenti più sostanziosi restano a favore dei pensionati che avranno una rivalutazione al 7,3% delle pensioni fino a 4 volte l’importo minimo così come previsto dalla normativa. Interessante anche l’aumento dell’assegno unico per coloro che hanno figli a carico anch’esso rivalutato in base all’inflazione.