Cambiano le condizioni per i mutui già accesi per effetto dell’aumento dei tassi d’interesse fissati dalla Banca centrale europea
L’inflazione cresce ormai dall’inizio dell’anno. Il 2022 sarà ricordato per la crescita generalizzata dei prezzi tale da cambiare tutti i parametri di riferimento della circolazione del danaro. Infatti, la crescita è stata tale che non si tornerà più ai riferimenti precedenti in termini di prezzi, costi, e redditi.
Tuttavia, il controllo della stabilità della moneta e il compito di indirizzare verso questa direzione è affidato alle banche centrali. Nel caso dell’Euro, è la Banca centrale europea che deve intervenire per cercare di regolare la moneta. In caso di inflazione ormai consolidata le regole scientifiche finanziarie prevedono una sola ricetta efficace: l’aumento del tasso di interesse.
Infatti, aumentare il tasso di interesse significa aumentare il costo del danaro. In termini pratici vuol dire che un prestito, un finanziamento, un mutuo costeranno di più perché avranno un tasso più alto. Ciò ha lo scopo di rallentare la circolazione del danaro e frenare, in tal modo, la crescita incontrollata dei prezzi.
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Una scelta del genere deve necessariamente comportare anche un calo die consumi. Sta infatti nelle competenze delle banche centrali stabilire la misura e la tempistica più opportuna per avere un giusto equilibrio tra l’arresto dell’inflazione e il calo dei consumi. Sotto il profilo pratico l’aumento dei tassi oltre a provocare l’incremento del costo di un finanziamento o di un mutuo ha delle conseguenze su alcuni mutui già attivi.
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Si tratta dei mutui a tasso variabile. Infatti, questo tipo di tasso varia in funzione del valore del tasso di interesse. Ciò significa che tutti coloro che hanno acceso un mutuo a tasso variabile, in questi mesi stanno avendo una crescita della rata. Per q1uesto motivo, è intervenuto il governo che in legge di bilancio ha inserito un sostegno importante. Infatti, è prevista la possibilità di negoziare il mutuo passando dal tasso variabile a quello fisso. Tale richiesta, però, ha dei limiti. Può essere fatta valere per mutui fino a 200.000 euro; per soggetti che non superano l’Isee di 35.000 euro.