La legge di bilancio ha riproposto un provvedimento del 2012 che prevedeva il passaggio dal tasso variabile al tasso fisso
L’inflazione ha generato delle conseguenze finanziarie su larga scala nella zona Euro. Infatti, a partire dall’estate scorsa la Banca centrale europea ha aumentato il tasso di interesse gradualmente. Infatti, in caso di inflazione ormai consolidata le regole finanziarie prevedono come ricetta efficace l’aumento del tasso di interesse.
Il tutto ha lo scopo di aumentare il costo del denaro per frenare gli investimenti e, di riflesso, anche i consumi. Infatti per il 2023 è prevista in tutta l’area euro una frenata del Pil che arresterà anche la corsa dei prezzi. L’effetto, però si è avuto anche sui mutui a tasso variabile. Si tratta dei mutui i cui tassi e, quindi, le rate variano al variare del tasso di intesse in vigore.
Mutui, novità sui limiti
E’ stato calcolato, infatti, un aumento delle rate del mutuo in media di 180 euro. Per far fronte a tale situazione nella legge di bilancio del 2023 è stato ripristinato un provvedimento del 2012 adottato già in Italia. Si tratta del passaggio dal tasso fisso a variabile.
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La novità riguarda intanto la gratuità del passaggio. Infatti, chi vorrà passare non pagherà commissioni dovute al cambio di tasso. Inoltre, rispetto al 2012, c’è l’intenzione del governo di dare la possibilità a tutti i mutui a tasso variabile di passare al fisso senza sporre limiti reddituali.
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Infatti, il provvedimento del 2012 prevedeva questa possibilità fino ad un livello determinato di Isee. L’idea dell’esecutivo è lasciare a tutti i mutui questa possibilità. Tuttavia, non ci sono ancora certezze su questo fattore. Per quanto riguarda invece il tasso che sarà applicato nel passaggio da variabile a fisso, al momento ci sono solo delle ipotesi. Tuttavia, il tasso variabile oggi è salito al 6 per cento mentre quello fisso è al 3. Con ogni probabilità si andrà verso un tasso fisso tra il 3,5 per cento e il 4 nella fase di passaggio.