A partire da nuovo anno sono arrivati rincari in diversi settori. Colpiti gli automobilisti anche con i pedaggi autostradali
Il 2023 non è iniziato nel migliore die modi sotto il profilo economico e finanziario. Tra le categorie più colpite c’è quella degli automobilisti che, oltre a vedersi aumentare i carburanti a causa della mancata proroga del taglio delle accise, dovranno affrontare anche l’aumento dei pedaggi autostradali.
Questi ultimi non aumentavano dal 2018. Attraverso un decreto firmato dai ministri Matteo Salvini per le Infrastrutture e Trasporti e Giancarlo Giorgetti per l’Economia e Finanze, sono stati autorizzati gli aumenti dei pedaggi. Ecco i rincari previsti tratta per tratta. Intanto la rete Aspi, che è quella che riguarda il 50 per cento delle autostrade italiane, ha fissato un aumento del 2 per cento.
Autostrade, le tratte che aumentano e quelle no
A partire da luglio, poi, ci sarà un ulteriore aumento dell’1,34 per cento. Previsti poi i rincari anche dalla rete Gavio, secondo gestore italiano in ordine di chilometri gestiti. In particolare gli aumenti ci saranno nelle seguenti tratte: autostrade A4 Torino-Milano e A33 Asti-Cuneo rincaro previsto del 4,30 per cento;
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tangenziale est esterna di Milano aumento del 4,34 per cento. Infine, Autovia Padana Piacenza-Brescia rincaro adottato del 9,16 per cento. Questo è, invece, l’elenco delle autostrade che non subiranno rincari: intanto fino al 31 dicembre del 2023 non ci saranno rincari per le tratte A24/A25 Roma-L’Aquila Teramo e diramazione Torano-Pescara.
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Inoltre, restano inalterate le tariffe dei pedaggi per le seguenti tratte autostradali: autostrada Brescia Verona e Vicenza Padova; Milano-Serravalle; Autovie Venete; concessioni autostradali venete; la tratta Brebemi ossia Brescia-Milano; autostrada A15 della Cisa; Autostrada dei Fiori-Tronco A6; Traforo autostradale del Frejus;
Autostrada Tirrenica; autostrada del Brennero; Autostrada A12 Tronco Ligure Toscano; consorzio delle autostrade siciliane. Questi aumenti si aggiungono poi al mancato taglio delle accise sui carburanti che sta facendo volare il prezzo di benzina e diesel verso 1,80 euro e in certi casi è stata sforata la tariffa psicologica dei 2 euro al litro.