La Banca centrale europea ha aggiornato il bollettino sulle previsioni dell’inflazione per i prossimi mesi
La Banca centrale europea ha aggiornato il suo bollettino periodico in merito alle previsioni dell’inflazione nella zona dei paesi che usano l’Euro. Le previsioni non sono molto rosee rispetto alle aspettative di qualche mese fa. La Bce è stata costretta a rivedere delle stime in merito.
Infatti, in precedenza la Bce aveva previsto delle stime di inflazione più basse rispetto ad ora. Per l’intero periodo dell’anno, l’inflazione si attesterà secondo gli aggiornamenti al 6,3 per cento. Ciò avrà delle conseguenze anche per i tassi di interesse e a cascata su mutui e finanziamenti.
Infatti, la Bce ha già anticipato che a causa di queste stime sarà costretta ad aumentare ancora il costo del danaro, ossia il tasso di interesse. Ciò provocherà ulteriori aumenti del costo dei mutui e dei finanziamenti. Tuttavia, la Bce si basa sul fatto che primi rialzi hanno già prodotto dei ribassi seppur meno consistenti rispetto a quelli attesi.
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Infatti, in caso di inflazione ormai consolidata le regole finanziarie prevedono come strumento di risoluzione efficace l’aumento del tasso di interesse. Ciò allo scopo di aumentare il costo del denaro per frenare gli investimenti e, di riflesso, anche i consumi. Infatti per il 2023 è prevista in tutta l’area euro una frenata del Pil. La conseguenza favorevole, tuttavia, sarà anche la frenata della corsa dei prezzi.
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Ciò provocherà, però, un ulteriore aumento dei tassi per accedere ai mutui o ai finanziamenti. Il tasso di interesse, infatti, è già passato in 12 mesi esatti, da gennaio 2022 ad oggi dallo 0,67 per cento al 3,33 per cento. Ciò vuol dire che rispetto ad una rata media di 450 euro si è registrato un rialzo di oltre 160 euro. Se confermate le dichiarazioni della Bce per i prossimi mesi ci saranno ancora aumenti. Per far fronte a tale situazione nella legge di bilancio è stato ripristinato un provvedimento del 2012 che prevede il passaggio dal tasso fisso al variabile.