L’aumento dei prezzi dei carburanti per effetto della mancata proroga del taglio delle accise apre ad altre soluzioni
L’aumento dei prezzi dei carburanti causati dalla reintroduzione dell’accisa ordinaria sugli stessi ha generato non poche polemiche. Nel paese si è alzato un vero e proprio polverone e non solo dalle opposizioni politiche. Le associazioni dei consumatori temono nuovi e ulteriori rincari del costo della vita con la reintroduzione dell’aliquota ordinaria delle accise sui carburanti.
il Governo Draghi aveva tagliato le accise lo scorso mese di maggio di 30 centesimi al litro. In seguito sono state effettuate varie proroghe fino ad arrivare poi intanto al nuovo esecutivo dopo le elezioni di settembre. Il Governo Meloni ha prorogato una sola volta il taglio delle accise riducendolo a 18 centesimi al litro per effetto del ribasso dei prezzi della materia prima sui mercati.
In seguito, è arrivata la decisione definitiva in legge di bilancio di eliminare definitivamente il taglio delle accise sui carburanti. L’effetto è stato avere un aumento medio di 18 centesimi al litro per benzina e diesel a partire dal 1 gennaio. Il Governo ha provato a correre ai ripari con un decreto.
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Infatti, il Governo non ha deciso alcun taglio delle accise. L’unico provvedimento intrapreso è l’imposizione ai distributori di mostrare sugli espositori, per trasparenza, il prezzo medio nazionale oltre a quello di vendita. L’intenzione del governo è quella di non fare marcia indietro o, quantomeno, di non fare l’ennesima retromarcia in poco tempo.
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Così, si ripropone, nel suddetto decreto, nuovamente il bonus trasporti scaduto lo scorso dicembre. Si tratta di un bonus che copre fino al 100% la spesa per un abbonamento annuale o mensile o riferito a più mesi fino ad un tetto massimo. Ogni beneficiario può ottenere fino a 60 euro al massimo come bonus. La novità è che rispetto al precedente bonus, ci sarà un tetto Isee del valore di 20.000 euro, più basso dei 35.000 previsti in passato.