Mentre i prezzi ai distributori aumentano a causa del ripristino delle accise ordinarie si prospettano ulteriori aumenti per il diesel
I prezzi dei carburanti tengono ancora banco in Italia. la situazione non è cambiata nonostante la posizione rigida dei benzinai e le critiche piovute sul governo in questi giorni. Il ripristino delle accise ordinarie da parte del governo Meloni per una chiara scelta politica ha provocato l’inevitabile aumento dei prezzi.
Il tutto ha scatenato le reazioni delle associazioni dei consumatori che temono altri rincari a cascata. Inoltre, i benzinai si sono sentiti accusati dal discorso sulle speculazioni avanzate da esponenti della maggioranza parlamentare. Tuttavia, al momento l’esecutivo non cambia idea, forse anche per non operare l’ennesima repentina retromarcia.
A pagarne le conseguenze sono i consumatori, specie per i redditi bassi e medio bassi che utilizzano l’auto per spostarsi. Timide reazioni sono arrivate anche dai pescatori per il prezzo del gasolio che ne limita il numero di uscite in mare. Intanto, proprio sul gasolio è prevista una nuova stangata.
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Infatti, ai rialzi attuali potrebbero aggiungersi ulteriori aumenti dovuti a questioni internazionali. Infatti, i paesi occidentali hanno deciso da diverse settimane di colpire con l’embargo il petrolio russo. L’esportazione verso l’Unione europea riguarda principalmente il gasolio già raffinato il cui embargo inizierà, invece, da febbraio.
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Infatti, l’attuale embargo in vigore riguarda il petrolio russo grezzo che viene poi raffinato in Europa. A partire da febbraio, quindi, potrebbe ben presto aumentare il prezzo del gasolio perché non arriverà più già raffinato dalla parte russa. Lo scenario possibile è l’arrivo per via indiana che potrebbe raffinarlo aumentandone il costo per i paesi occidentali. L’Unione europea importa ad oggi 600.000 barili di gasolio raffinato proveniente dalla Russia. A questa faccenda va aggiunto un eventuale aumento dei prezzi dei barili di petrolio, in discesa al diverse settimane.