Iniziativa in Europa che può cambiare gli scenari per i percettori dei sussidi minimi in tutta Europa, compresa l’Italia
Il 2023 è un anno decisivo per coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza, sia come unico mezzo di sostentamento sia a compensazione di un reddito da lavoro che riconosce un’entrata non sufficiente ad andare avanti. Oltretutto, il 2023 sarà l’ultimo anno del sussidio.
Infatti, lo strumento è stato già cancellato per il 2024 e sarà sostituito da una nuova misura che dovrebbe, tuttavia, salvaguardare il grosso dei percettori. Si tratta, infatti, dei beneficiari con i figli minori a carico o con persone fragili oppure che hanno compiuto sessant’anni.
L’Unione europea chiede di aumentare le misure di sussistenza
In attesa di questa riforma, i cui tempi sonio piuttosto lunghi, i percettori che non rientrano nelle suddette categorie già dopo i primi sette mesi del 2023 perderanno il sussidio. Intanto, dall’Unione europea arriva una novità importante. Gli eurodeputati hanno fatto richiesta ai Paesi membri dell’Unione di aumentare i regimi nazionali di reddito minimo.
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La motivazione della richiesta è insita nell’aumento del costo della vita a causa dell’inflazione. Infatti, secondo i deputati europei la soglia minima di povertà non è più la stessa stabilita anni fa prima della pandemia poi e dell’inflazione registrata in seguito. La soglia minima prevista ad oggi è di 750 euro a persona al mese.
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Coloro che si trovano sotto questa soglia rientrano nella categoria della povertà assoluta. Gli eurodeputati chiedono di incrementare questa soglia e adeguarla a quello che oggi è il costo della vita, superiore rispetto ai parametri precedenti all’inflazione. Il tutto appare paradossale visto che nel frattempo in Italia è stata da anni messa alla gogna una misura prevista tanti altri Stati membri dell’Unione e non solo. Infatti, in Italia il reddito minimo sparirà per i cosiddetti occupabili, ossia le persone che si trovano ad avere età compresa tra 18 e 59 anni e nessun minore o fragile o over 60 a carico.