A partire dagli stipendi di riferimento di maggio nuovo taglio del cuneo fiscale che aumenterà le buste paga
A partire dal mese di maggio arrivano novità per le tasche dei lavoratori. L’inflazione prosegue il suo percorso anche se gradualmente inizia a calare. Tuttavia, le stime indicano il 2024 come anno per un ritorno ad un’inflazione al 2 per cento, ossia ad un livello normale e ordinario per la moneta. Queste congiunture finanziarie ed economiche tornano alla normalità nel tempo. Nel frattempo, però, i cittadini perdono potere di acquisto e i redditi più bassi e medio bassi vanno in difficoltà.
Buste paga, ancora un lieve aumento: il taglio del cuneo passa al 4%
In questocontesto le istituzioni sono rtenuter ad intervenire per salvaguardare i redditi e i consumi e quindi l’economia. Tuttavia, in questi scenari è sempre difficile fare delle previsioni certe. Infatti, in prospettiva si ragiona su stime circa i tempi di regolamentazioone del livello dei prezzi. Per questo motivo non è possibile intervenire in maniera troppo decisa sui redditi in rapporto all’inflazione.
Inoltre, aumentare i redditi nella misura corrispondente all’inflazione significa alimentarla e si rischia di allungare i tempi e di correre come il cane dietro la sua coda. Così, i provvedimenti delle istituzioni tendono ad essere graduali e lievi. Per questo motivo dopo il taglio del cuneo fisca del del governo Draghi dello scorso luglio, poi confermato dal governo Meloni, per maggio ci sarà un nuovo taglio.
Si tratterà di un piccolo passo così come quelli precedenti che somamti, però, portano il taglio del cuneo fiscale al 4 per cento entro un anno. Infatti, a partire dagli stipendi che fanno riferimento al mese di maggio arriverà un nuovo taglio dell’1 per cento che vuol dire aumento corrispondente del netto in busta paga. Si tratta però dei rediti medio bassi per i quali il taglio del cuneo fiscale era stato già portato al 3 per cento a partire da gennaio. In prospettiva si punta ad arrivare al taglio del 5 per cento totale, ossia alzano di un altro punto percentuale, entro il 2024.