Verso l’estate, brutta sorpresa per le spiagge italiane

Nuova offensiva della Commissione europea. Ecco cosa rischia l’Italia se entro due mesi non procede

Spiagge in concessione, braccio di ferro con l’Europa (Foto Unsplash) – consumatore.com

Ultima tappa della lunga telenovela tra la Commisisone europea e l’Italia che vede al centro della questione le concessioni balneari. Infatti, la Commissione europea ha inviato un ulteriore sollecito all’Italia che ha soli due mesi di tempo per intervenire. All’Italia era stata già bocciata una richiesta di ulteriore proroga, dopo quelle già incassate a favore, fino all’anno 2024, dell’attuale situazione. Alla base della questione ci sono le concessioni balneari. Infatti, le spiagge appartengono al demanio ma secondo quanto acordato dagli Stati membri anche queste vanno decise sul mercato come ogni altra concessione.

Spiagge italiane in concessione, l’avvertimento della Commissione europea

Spiagge in concessione, braccio di ferro con l’Europa (Foto Unsplash) – consumatore.com

Tuttavia, il governo difende il diritto dei gestori delle spiagge che da anni ricevono in concessione come se il loro di fatto fosse un monopolio. Nel mercato unico europeo non sono previsti, però, dei monopoli sia di diritto che di fatto eccetto alcuni ridottissimi campi come quello dei tabacchi, ad esempio. La questione viene dibattuta da diverso tempo. Il problema dell’attuale governo è di natura politica visto che in campagna elettorale alcuni membri dei partiti della maggioranza hanno promesso ai cosiddetti balneari, ossia ai gestori di fatto in monoplio delle spiagge itaiane, di non far passare la norma europea.

In sostanza, la norma europea prevede che le spiegge in tutta l’Unione devono essere date in concessione secondo normale gara e non a favore di chi ha sempre avuto la concessione di questa o quella spiaggia. Un diritto che, anche per il diritto interno itaiano, non può diventare un monopolio. Le spiagge, infatti, sono di tutti e per questo appartengono al demanio.

Ora l’Italia rischia sul serio di subire sanzioni economiche per una problematica tutta politica, ossia la difficoltà a deludere le promesse elettorali. Tuttavia, le promesse andrebbero fatte valutando le rali possibilità e margini di manovra. Margini che in merito a questa faccenda l’Unione europea non ha mai lasciato intendere che potessero esserci.

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