Novità INPS per i neo-papà, diritti che già esistevano adesso sono stati estesi: quali sono i cosa possono fare i lavoratori
Non sempre la politica riesce a tenere il passo delle trasformazioni economiche e sociali. Da molto tempo ormai la gestione della casa e della famiglia non è più solo appannaggio delle donne. Le classiche casalinghe ci sono ancora e hanno anche un ruolo fondamentale, indispensabile, soprattutto in contesti dove ci sono figli piccoli. Ma sono anche tante le mamme che lavorano visto che oggi, soprattutto in alcune zone del Paese, è molto difficile vivere con un solo stipendio. Ciò ha fatto in modo che anche l’uomo svolga quei compiti che prima – anche a causa di una vecchia concezione – spettavano solo alle donne.
Novità INPS per i neo-papà: quali sono i diritti ora previsti
In questo caso la legge è riuscita a mettersi in pari con la trasformazione sociale. Il decreto legislativo 105 del 2022, infatti, ha apportato alcune variazioni alla norma che riguarda i diritti della maternità: anche il padre ha diritti (sul lavoro) e doveri verso i neonati. Era già previsto un congedo di paternità alternativo sfruttabile in alcune situazioni come morte, malattia o abbandono della madre. La legge ha esteso la difesa e i diritti del congedo di paternità alternativo al congedo di paternità obbligatorio.
È previsto un allargamento di 10 giorni, da usare a partire da 2 mesi da quella che è la probabile data di nascita fino al compimento di 5 mesi. La circolare Inps numero 32 del 2023 sottolinea come le novità riguardano anche il divieto di licenziamento del neo padre fino a quando il bambino non compi 1 anno. Era un diritto che precedentemente riguardava solo la madre o la paternità alternativa, oggi esteso anche alla paternità obbligatoria.
Inoltre il neogenitore che presenta le dimissioni volontarie nel periodo in cui la norma vieta il licenziamento, ha diritto ad ottenere la Naspi con tutte la garanzie previste dalla situazione, senza che sia necessario il preannuncio al datore di lavoro. Questa possibilità fa in modo che le domande di Naspi respinte prima del documento possono essere oggetto di riesame dopo un’altra apposita domanda che va inviata all’ufficio deputato alla gestione della pratica. Dunque si ha l’opportunità di ottenere l’indennità di disoccupazione prima non prevista per dimissioni volontarie nel primo anno di vita di un figlio.