Brutte notizie dalla commissione europea per la riforma dell’Irpef alla quale punta il governo italiano
Il governo è impegnato a impostare le riforme che ha annunciato in campagna elettorale e che sono state anche approcciate in questi primi mesi di governo. Tra le riforme approcciate e annunciate c’è quella dell’Irpef. Infatti il governo ha in mente un taglio ai redditi medio e alti per le imprese. la Linea è quella di dare più opportunità agli imprenditori al fine di favorire la crescita delle imprese e di conseguenza avere più opportunità di lavoro anche per coloro che puntano al lavoro dipendente.
Tuttavia, questo obiettivo è destinato ad arenarsi stando alle ultime notizie in arrivo da Bruxelles. Infatti, la commissione europea ha fissato quanto già ben noto da molto tempo. Torna per tutti gli Stati membri dell’Unione europea il patto di stabilità. Si tratta di alcuni vincoli economici che gli Stati memebri devono rispettare ai fini della tenuta dei conti pubblici interni. Il patto di stabilità era stato sospeso dal 2020 prima a causa della pandemia e in seguito per l’inflazione incontrollata dovuta alle conseguenze dello scoppio del conflitto in Ucraina.
Il ritorno dei vincoli del patto di stabilità erano stati ampiamente anticipati. Infatti, questi sarebbero dovuti tornare in vigore già nel 2023 ed era stasta annunciata l’ultima proroga per quest’anno. Inoltre, il patto di stabilità è stato anche revisionato e reso meno stringente rispetto al passato. Tuttavia, nonostante questa riforma l’Italia non naviga in ottime acque. Infatti, per restare nei parametri occorrono diversi miliardi di euro per sette anni.
Queste risorse andrebbero di fatto ad essere sottratte a quanto previsto per la riforma dell‘Irpef e per la riforma delle pensioni attesa da tempo per offrire un’alternativa duratura a coloro che non vogliono o non possono accedere alla legge Fornero perché, ad esempio, svolgono un lavoro particolarmente usurante. Ad oggi esistono delle alternative alla legge Fornero ma di natura provvisoria che da tempo vengono prorogate di anno i nanno in attesa di una riforma consolidata.