Arriva la data per gli aumenti relativi alle rivalutazioni delle pensioni minime attese da ormai quattro mesi
Sembra finalmente scioglieris il nodo delle rivalutazioni delle pensioni che ancora non sono state erogate da parte dell’Inps ad alcuni pensionati. le rivalutazioni sono dovute alla normativa che prevede l’adeguamento degli assegni al tasso di inflazione medio dell’anno precedente. Visto che nel 2022 c’è stat una forte inflazione, ancora in corso, gli assegni sono stati rivalutati a partire da gennaio 2023. In realtà, c’è stato anche un anticipo del 2 per cento negli ultimi assegni dell’anno 2022 poi stralciato dall’aumento di gennaio.
Tuttavia, il governo nella legge di bilancio ha previsto una modifica della normativa sulle rivalutazioni riducendo la percentuale della stessa per le pensioni che superano i 2.000 al mese netti per spostare poi queste risorse alle pensioni minime in modo da garantire qualche punto percentuale in più di adeguamento. L’obiettivo di uno dei partiti a sostegno della maggioranza dell’attuale governo lungo i cinque anni è quello di portare le pensioni minime a 1.000 euro al mese.
Oggi le pensioni minime fanno riferimento alla somma di 563,74 euro. Con la legge di bilancio 2023 la pensione minima per under 75 passa da 563,74 a 572,74 euro con un aumento di 8,46 euro mensili. La pensione minima per gli over 75 passa, invece, da 563,74 a 599,82 euro prevedendo in tal modo ad un aumento di 36,08 euro al mese. Si tocca l’obiettivo minimo di 600 euro al mese ma soltanto per gli over 75.
Tuttavia, tali rivalutazioni delle pensioni minime ancora non erano state erogate. Paradossalmente nel difficile dell’economia gli assegni più bassi non sono stati ancora di fatto rovalutati. La notizia importante è che è stata data una data per le pesnioni minime dopo diversi rinvii. Infatti, le rivalutazioni delle pensoni minime saranno erogate con gli assegni del mese di luglio 2023. Inoltre, arriveranno anche gli arretrati relativi ai mesi precedenti a partire dal mese di gennaio 2023. Ai pensionati dovrebbe spettare, quindi, l’arretrato del valore di 216 euro circa risultato della moltiplicazione di 36 euro circa di rivalutazione mensile per i sei mesi in cui tale adeguamento non è arrivato.