Salta ancora la rivalutazione delle pensioni. Neanche a maggio i beneficiari riceveranno l’aumento previsto in legge di bilancio
Come spesso accade quando si affrontano periodi difficili per l’economia e i cittadini vanno in sofferenza occorre sempre molto tempo per ottenere gli effetti dei provvedimenti delle istituzioni per sostenere le difficoltà. In questo momento, infatti, il paese vive il forte disagio dell’inflazione che ormai da un anno sta erodendo il potere di acquisto di gran parte deelle persone. Tuttavia, le misure tese a sostenere la perdita di potere di acquisto sono scarne e vanno a rilento.
Uno dei punti più conclamati della scorsa legge di bilancio faceva riferimeno alle pensioni minime. L’obiettivo di uno dei partiti a sostegno della maggioranza lungo i cinque anni è quello di portare le pensioni minime a 1.000 euro al mese. Nel frattempo si è proceduto con un piccolo passo. Infatti, le rivalutazioni delle pensioni al tasso di inflazione sono state rimodulate dalla maggioranza per tagliare a chi ha un assegno da 2.000 euro in poi e dare una parte di questo taglio alle pensoni minime rivalutandone in percentuale maggiore per gli over 75.
Oggi le pensioni minime fanno riferimento alla somma di 563,74 euro. Con la legge di bilancio 2023 la pensione minima per under 75 passa da 563,74 a 572,74 euro con un aumento di 8,46 euro mensili. La pensione minima per gli over 75 passa da 563,74 a 599,82 euro prevedendo in tal modo ad un aumento di 36,08 euro al mese. Si tocca l’obiettivo minimo di 600 euro al mese ma soltanto per gli over 75.
Tuttavia, anche questo magro intervento lontano anni luce dall’obiettivo quinquennale di 1.000 al mese per tutte le pensioni minime stenta ad arrivare. Nonostante l’Inps abbia ribadito con una circolare dello scorso 5 aprile che l’aumento va riconosciuto da gennaio 2023 ad oggi non c’è ancora traccia della rivalutazione e non si fanno riferimenti ai tempi in cui la pensione minima gioverà dell’aumewnto previsto. E’ certo, tuttavia, che saranno corrisposti gli arretrati relativi ai mesi da gennaio in poi in cui non è stata versata la rivalutazione.