Reddito di cittadinanza nel 2024, cosa prevede la nuova legge del governo Meloni: chi sono le persone che potranno beneficiare della misura
Con il cosiddetto decreto del 1 maggio, addio ufficialmente al Reddito di Cittadinanza com’era già previsto dalla Legge di Bilancio 2023. Da gennaio 2024 sarà sostituito da diverse misure di sostegno contro la povertà in base a determinate caratteristiche. La peculiarità è che la misura si sdoppia: c’è l’Assegno di inclusione per i nuclei con componenti “fragili” e il Supporto per la formazione e il lavoro. Sono contributi economici collegati a obblighi di lavoro e di formazione per i cittadini che possono lavorare, che sono in grado di farlo.
L’Assegno di inclusione è rivolto ai nuclei familiari in cui sia presente un minore, una persona con oltre 60 anni o con disabilità. La base è di 500 euro mensili, dunque 6.000 euro l’anno, ma la cifra può lievitare a 7.360 euro nel caso in cui tutti i componenti abbiano almeno 67 anni o in presenza di persone con gravi disabilità. L’erogazione dell’assegno è di 18 mesi con fermo di 1 mese e possibili rinnovi per ulteriori 12 mesi. Oltre ai cittadini italiani possono accedere gli europei con i propri familiari così come i cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno Ue e residenti in Italia per almeno cinque anni.
Ovviamente si continuerà a guardare l’ISEE che non dovrà essere superiore a 9.360 euro, con reddito familiare non superiore a 6.000 euro annui, moltiplicati per il coefficiente della scala di equivalenza. L’auto in possesso non dovrà essere oltre 1.600 di cilindrata e le moto massimo 250 cc. L’immobile che vale come prima casa non superiore ai 150.000 euro ai fini IMU, altri immobili fino ai 30.000 euro ai fini ISEE. Come per il Reddito di Cittadinanza, chi nel nucleo familiare percepisce l’Assegno di inclusione (che sia siano disoccupato, maggiorenne, disimpegnato da corsi di studi) c’è l’obbligo di intraprendere il percorso di inserimento lavorativo presso il Centro per l’impiego.
È invece previsto l’esonero per gli over 60, i disabili e i componenti con carichi di cura, ossia figli sotto i tre anni o disabili gravi. Chi ha tra i tra 18 e 59 anni verrà indirizzato ai Centri per l’impiego per sottoscrivere un patto di servizio personalizzato. Prima con il RdC si potevano rifiutare fino a tre possibilità, ora il beneficio si perde dopo aver respinto la prima definita “congrua”. Se l’offerta si riferisce ad un contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato, non ci sono distanze, vale per tutto il territorio nazionale, idem se è a tempo determinato di oltre 12 mesi. Se il contratto offerto è fino a 12 mesi, è obbligo accettare se il luogo di lavoro non dista oltre 80 chilometri dal domicilio del soggetto richiedente.