Richiamo alimentare per il salame, sono due diversi prodotti della stessa azienda: quali sono e cosa può succedere se vengono ingeriti
Ogni qual volta c’è una notizia che riguarda i richiami alimentare, bisogna prestare la massima attenzione. Potrebbe infatti trattarsi di un prodotto che abbiamo già acquistato e che pertanto è nella dispensa della cucina. Il Ministero della Salute pubblica spesso avvisi del genere. L’ultimo riguarda il salame. Vediamo nello specifico di cosa si tratta. Per rischio microbiologico, il dicastero ha due salami dagli scaffali dei supermercati.
Richiamo alimentari per il salame: qual è l’azienda produttrice
Nello specifico è stata rilevata la presenza di Salmonella Spp per due lotti di salame: il bastone di salame dolce e il filone di salame. Entrambi prodotti nello stabilimento del Salumificio Colombo che ha sede a Pescate, in provincia di Lecco, in via Roma 21. Il marchio di identificazione è IT 1288 LCEE. I salimi oggetti del richiamo sono venduti in confezioni da 250 grammi con il termine minimo di conservazione (Tmc) al 18/07/2023. Il numero di lotto per il salame dolce è L859(1369) mentre per il secondo è identificato in 99L1369 per quello dell’altro.
Cosa fare se i prodotti sono stati acquistati? Si consiglia di non consumarli e di consegnarli presso il punto vendita, anche se non si è più in possesso della scontrino fiscale. Nessun panico per gli altri prodotti realizzati dall’azienda poiché il rischio salmonella riguarda solo i suddetti. Non è sicuramente la prima volta che sentiamo che per un prodotto c’è il rischio salmonella, ma di cosa si tratta? È l’agente batterico isolato in caso di infezioni trasmesse da alimenti. Una “classica” situazione, se così possiamo definirla, è il rischi che si corre nelle uova.
La salmonella Spp rientra tra i generi cosiddetti “minori”. Che possono provocare intossicazione alimentare poco ore dopo l’ingestione. I sintomi sono febbre, nausea, vomito, dolori addominali e diarrea. I sintomi possono essere anche più gravi nel caso in cui il soggetto che ha ingerito il prodotto sia un bambino piccolo, una persona anziana o che abbia uno stato di salute più debole. In questi casi può provocare anche la setticemia.