L’allarme arriva dall’ISS. Tre milioni di anziani, dalla pandemia in poi, ha rinunciato a monitorare il proprio stato di salute.
L’Italia ha sovente rimarcato l’eccellenza della sanità pubblica, fenomeno che insieme all’istruzione pubblica faceva guadagnare al belpaese un vantaggio notevole rispetto ad altri Paesi europei. Purtroppo questo primato è stato smantellato nel giro di una ventina di anni. Ad oggi, dal Covid in poi, numerose statistiche rilevano diversi nodi di criticità. Su tutti, le risorse sempre inferiori e di conseguenza il ripiegamento verso il settore privato.
È ovvio che se per un’ecografia urgente i tempi di attesa superano i sei mesi, gli italiani decidono di rivolgersi alle cure private, ed anche al cosiddetto privato sociale. Con conseguenti spese notevoli, che pesano ancora di più in un contesto di evidente crisi economica. Ma si sa, la salute è in cima alla lista delle preoccupazioni. O almeno dovrebbe.
Coloro che sono considerati soggetti maggiormente a rischio, e di conseguenza più bisognosi di cure, hanno smesso di tutelare la propria salute. L’ISS, l’istituto superiore di sanità, lancia l’allarme. Un anziano su quattro, da quanto emerge dalle statistiche dell’Istituto, avrebbe rinunciato ad effettuare esami diagnostici o analisi di cui aveva bisogno. Un trend in ascesa negli ultimi dieci anni, che con il Covid è peggiorato.
Il picco arriva nella fasce economicamente svantaggiate, che non sono in grado di sostenere le spese sanitarie ormai quasi completamente delegate al settore privato. A scoraggiare gli over 65 principalmente sono le lunghissime liste d’attesa, i cosi proibitivi, e gli appuntamenti in sedi troppo lontane, difficili da raggiungere per le persone anziane non accompagnate.
La conseguenza può essere l’aggravamento dello stato di salute in una fascia di età che ai giorni d’oggi è ancora pienamente inserita nella società, e partecipe di numerose attività, comprese quelle lavorative, e che potrebbe godere appieno dell’allungamento della qualità della vita. Conclude la pubblicazione dell’istituto superiore di sanità, da cui questo articolo trae i dati: “Lo sviluppo di servizi sociali e sanitari accessibili alle persone anziane, è cruciale per rispondere ai loro bisogni e diritti, specialmente nell’ottica della prevenzione di patologie, fragilità e disabilità. Per raggiungere questi obiettivi, è necessario qualificare la rete dei servizi alla persona, potenziando l’integrazione tra cure primarie, settore sociale e sanitario“.