Tra novità e modifiche, proseguono le agevolazioni stanziate dal Governo per alcune categorie: calerà la Carta Docente.
Il Governo sta programmando la nuova manovra, nella Legge di Bilancio saranno molteplici le novità, e saranno molteplici le modifiche ai bonus stanziati negli anni precedenti. Tra questi, la Carta Docente, la quale subirà una diminuzione e che con molta probabilità sarà destinata (forse) alla cancellazione per via delle polemiche che si porta dietro da tempo. Questo bonus è a rischio, per quale motivo?
La Carta del Docente è un agevolazione del valore di 500 euro erogata ogni anno ai docenti di ruolo, ossia coloro che godono di un contratto a tempo indeterminato. Questo bonus accorre in aiuto degli insegnati per l’acquisto di beni e di servizi legati alla formazione professionale. Dal bonus invece sono esclusi tutti i docenti con contratto determinato e i supplenti.
Nel 2023 c’è stata un’eccezione, visto che la Carta Docente è stata elargita anche agli insegnanti con contratto determinato. Tuttavia, questi non rientrano nel bonus, quindi non la riceveranno quest’anno. La Carta è scaduta lo scorso 31 agosto, ora si aspetta la nuova Carta 2024/2025, che avrà validità fino all’estate 2026, ma il suo valore potrebbe diminuire.
Secondo le fonti riportate dalla testata Il Messaggero, la riduzione sarebbe consistente, si parla di un taglio di 80 euro sui 500 euro totali. Dunque, la prossima Carta Docente dovrebbe avere valore di 420 euro. Questa diminuzione è da imputare al taglio dei fondi stanziati sull’intero budget messo a disposizione, fondi al momento inferiori rispetto agli anni precedenti.
Nella Manovra Finanziaria 2024, infatti, non si parla di incrementi nel budget, né di fondi in aggiunta. Oltre alla diminuzione di 80 euro, il bonus destinato agli insegnati non viene destinato ai docenti con contratto a tempo determinato, né ai supplenti, e neanche per coloro che prenderanno servizio nel mese corrente per la nomina annuale. ChatGPT, si può utilizzare anche per fare i compiti a scuola?.
La Carta Docente è un bonus elargito ai docenti di ruolo per l’acquisto di servizi utili per la propria formazione e carriera. Con i soldi della carta è possibile acquistare libri cartacei e digitali, riviste professionali, hardware e software, oppure iscriversi a corsi di formazione e di aggiornamento, accreditati dal Ministero dell’Istruzione. Confermato il nuovo bonus mamma, spettano fino a 3000€: tutte le info.
E ancora, si possono intraprendere percorsi di laurea, magistrale e specialistica, master universitari, ma anche acquistare biglietti destinati a eventi culturali, come musei, teatri, cinema, mostre, e concerti. Tutti i precari sono tagliati fuori, ciò sembrerebbe un controsenso, viste le necessità per gli insegnanti non di ruolo costretti a seguire corsi di formazione specifici e anche molto cari richiesti dal Ministero dell’Istruzione.
Tutto, comunque, potrebbe cambiare nella prossima Manovra, magari il Governo provvederà a effettuare ulteriori modifiche, includendo una platea di beneficiari più ampia. I precari tagliati fuori, compresi i docenti che quest’anno entrano di ruolo, stanno facendo ricorso, creando gravi danni all’erario. I ricorsi sono decine di migliaia. Che cosa sta succedendo?
Come ogni anno, da ormai dieci anni, c’è un aggiornamento tecnico tra un anno scolastico e l’altro. Dunque, ogni anno, nel mese di settembre, sono introdotte modifiche. Lo scorso anno, come accennato, la Carta Docente è stata inviata anche agli insegnanti precari, in via del tutto eccezionale, ed è stata resa disponibile alla fine di settembre (era il 27) grazie all’aggiunta di 10 milioni di euro extra.
Quest’anno è prevista invece una decurtazione di 80 euro, poiché parte dei fondi previsti per il bonus saranno destinato alla Scuola di Alta Formazione e per la retribuzione di tutor che gestiranno i corsi di abilitazione. Per questi, saranno stanziati 19 milioni di euro per il 2024. Per raggiungere i 500 euro della Carta, servirebbero altri 30 milioni di euro, attualmente mancanti nel budget.
Purtroppo, i docenti precari, stimati in una platea di 200 mila persone, con contratto terminato lo scorso 30 giugno, non potranno beneficiare della somma. Si temono ricorsi in tribunale, quest’anno 80 mila in più rispetto agli anni passati, con il Governo che, in teoria, potrebbe risarcire tutti per un valore di 100 milioni di euro, arrecando danni all’erario. Come si calcola il TFR per i dipendenti privati: i dettagli in busta paga.
I precari con contratto a fine anno scolastico, quindi con scadenza al prossimo 31 agosto 2025, saranno esclusi. Un paradosso evidenziato anche da Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, il quale protesta per i costi gravosi sulle casse pubbliche, visto che in tribunale i precari hanno sempre riportato vittorie. Anche quest’anno si prospettano nuovi ricordi presso Anief, per far valere i propri diritti.