Vediamo come si calcola il TFR per i dipendenti privati, una piccola guida per avviare la procedura di fine rapporto lavorativo.
Il TFR, ossia il Trattamento di Fine Rapporto, è la procedura che consente al dipendente di cessare il rapporto lavorativo. Non tutti i lavoratori, però, sanno come funziona e come avvengono i calcoli. Secondo il regolamento del 2120 del Codice Civile, il TFR è il calcolo dei contributi maturati progressivamente mese dopo mese nel corso degli anni.
Quando il dipendente intende cessare il rapporto lavorativo, il datore di lavoro corrisponde al dipendente privato la somma accantonata, garantendo così un compenso post lavoro e una tutela economica dopo la cessazione dell’occupazione. Si tratta, dunque, di un paracadute finanziario che tutela il lavoratore. Ma come si calcola la somma del TFR?
La maturazione del TFR si calcola in base alla retribuzione annuale del lavoratore dipendente, suddivisa per 13,5, il coefficiente fisso che determina la quota annuale. Ci sono diversi elementi che contribuiscono a determinare la somma del TFR, come ad esempio l’indennità di mansione o i superminimi, invece altre voci sono escluse dal calcolo, come il rimborso spese e le indennità occasionali.
Al termine di ogni anno, il TFR subisce un ricalcolo, incrementando la somma accantonata dell’1,5% e del 75% tenendo conto dell’indice dei prezzi al consumo rilevati dall’ISTAT. Questa operazione è necessaria per adeguare in tempo reale, e quindi al costo della vita, la somma accumulata. Il TFR, dunque, è essenziale per tutelare il lavoratore nel periodo post lavorativo.
Al posto di lasciare tutta la responsabilità al dipendente, come succede in altri Paesi del mondo, dove è obbligatorio crearsi da soli un risparmio, il TFR si pone come garanzia economica, che si può sfruttare in diverse modalità, come ad esempio integrarlo direttamente sul fondo pensionistico. Comunque sia, la scelta di destinazione deve essere fatta entro certe tempistiche.
Secondo il Codice Civile, per effettuare il calcolo si devono tenere da conto tutte le somme corrisposte in modo continuativo, escludendo i rimborsi spese e le contribuzioni saltuarie. A partire dal 2007, come accennato, la legge ha introdotto la possibilità di destinare la somma del TFR a forme di previdenza complementare. Assegno divorzio, quando spetta anche il TFR dell’ex coniuge?.
I lavoratori possono decidere se lasciarlo in azienda oppure se trasferire le somme a un fondo pensione, potendo anche sfruttare delle agevolazioni fiscali. Senza una scelta diretta, il TFR viene trasferito in automatico al fondo di previdenza, cosa che succede nella maggior parte dei casi. I diritti legati al TFR, inoltre, offrono una garanzia in più, in quanto tutelano il lavoratore tramite fondo di garanzia INPS, anche nel caso di insolvenza da parte del datore di lavoro.
Il TFR è soggetto a una diversa tassazione rispetto alle normali tassi legate al reddito, quindi è determinato da diverse aliquote, legate al reddito medio degli ultimi cinque anni di lavoro. Naturalmente, il calcolo del TFR inizia prendendo una quota mensile dallo stipendio stesso del lavoratore, la quale deve essere proporzionata allo stipendio annuale. TFR, come calcolare la cifra esatta della liquidazione.
La somma prelevata viene conservata dal datore di lavoro e ricalcolata ogni anno in tempo reale, per garantire un valore adeguato nel tempo. Alla fine del rapporto lavorativo, poi, tutte le somme accumulate annualmente sono destinate alla liquidazione, sempre che il dipendente, nei primi mesi di lavoro, non abbia esplicitamente richiesto di destinare il TFR a un fondo pensione complementare.
Il TFR viene maturato ogni mese e su base continua, per tutto il periodo di occupazione. Il TFR accumulato, comunque sia, può anche essere richiesto in anticipo, per far fronte a eventuali spese extra, come l’acquisto di un’abitazione o per sopravvivere durante un lungo periodo di congedo. Tuttavia, le richieste di anticipo di TFR si possono fare soltanto dopo otto anni di lavoro. Busta paga, dove vedere la quota mensile del TFR.
La liquidazione del TFR avviene alla fine del rapporto di lavoro, qualsiasi siano le cause della cessazione, che possono essere pensionamento, oppure licenziamento o ancora dimissioni volontarie. Entro un certo lasso di tempo, che può variare in base al tipo di contratto stipulato (in media un mese e mezzo di tempo), il datore di lavoro deve effettuare il pagamento completo.
Se il datore di lavoro non eroga il pagamento del TFR, si attiva in automatico il fondo di garanzia dell’INPS, per tutelare il lavoratore, garantendo comunque il pagamento in attesa che il TFR venga sbloccato. Nel frattempo, il datore di lavoro deve pagare una mora per il mancato pagamento entro i tempi stabiliti. Il TFR spetta ai dipendenti del settore privato ed è valido per qualsiasi tipo di contratto (anche part time, determinato o a progetto).
Stesse modalità per i lavoratori interinali o somministrati, l’importante è che il loro contratto li inquadri come dipendenti. In caso di decesso del lavoratore dipendente, il TFR viene stanziato agli eredi. Il datore, infine, può erogare la somma del TFR anche a rate, concordando preventivamente il tutto con il dipendente stesso. Solitamente, un’azienda che paga a rate versa in difficoltà finanziarie. Busta paga, a quanto ammonta di preciso il TFR?.
Il lavoratore, comunque, non è costretto ad accettare il pagamento rateizzato e può opporsi, avviando un’azione legale. In busta paga, il TFR è indicato nella parte finale, denominata “Accantonamenti TFR”, oppure “Fondo TFR”, dove viene riportato l’importo maturato sul momento. Tfr, come conoscere l’importo tramite CUD.
In questa sezione della busta paga, viene evidenziato l’importo accantonato del mese, basato sulla retribuzione del mese corrente, e in più si può osservare l’importo del mese precedente. In certi casi, compaiono anche il calcolo in base all’inflazione e il tasso previsto.
Nella Certificazione Unica, inoltre, è possibile vedere tutte le somme corrisposte dal datore. In questo caso, nella CU il TFR fa riferimento all’importo maturato in un anno e all’eventuale somma destinata ai fondi di previdenza complementare. Si tratta di due somme separate, una accantonata in azienda, l’altra trasferita al fondo pensione. Busta paga, a quanto ammonta il Tfr ogni anno.