Cartelle esattoriali, quando vanno in prescrizione: caso per caso

Vediamo come funziona la prescrizione delle cartelle esattoriali e quali sono le tempistiche esatte per l’avvio di questo procedimento.

Tasse da pagare al Fisco
Tasse da pagare al Fisco (Consumatore.com)

Quando far valere la prescrizione di una cartella esattoriale? Quali sono le tempistiche che si devono osservare? Cerchiamo di andare con ordine e di rispondere ai quesiti di tanti contribuenti. Prima di tutto, in assenza di una normativa specifica, la Corte di Cassazione stabilisce che una prescrizione risponde agli stessi termini dei tributi in essa contenuti.

Vale a dire che non esistono tempistiche fisse affinché una cartella esattoriale vada in prescrizione, ma occorre valutare da caso a caso e dalla somma di denaro che il Fisco pretende dal contribuente. Un esempio? Per quanto riguarda la cartella esattoriale per il pagamento dell’Irpef, i tempi sono molto lunghi, dieci anni, mentre per il pagamento dell’IMU il termine sono cinque anni.

Le tempistiche per l’avvio della prescrizione delle cartelle esattoriali: i termini da calcolare

Uffici dell'Agenzia delle Entrate
Uffici dell’Agenzia delle Entrate (Consumatore.com)

La prescrizione delle cartelle esattoriali è un procedimento abbastanza complesso e poco chiaro, e tende a confondere i contribuenti. Prima di tutto, occorre soffermarsi sul concetto di “decadenza” che, a differenza della “prescrizione”, non può essere interrotta. Se la prescrizione si blocca a ogni sollecito di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate, ricominciando da capo, la decadenza non concede proroghe.

Si tratta, infatti, del termine ultimo entro il quale l’Agenzia delle Entrate notifica la cartella. La prescrizione, invece, indica il termine entro il quale l’Agenzia per le Riscossioni esattoriali avvia il procedimento di pignoramento oppure l’ipoteca. Entro tre anni dall’omissione di pagamento, l’Ente invia la cartella, avviando le azioni esecutive tramite un esattore. Agenzia Entrate, si può ricevere una cartella esattoriale per sbaglio?.

L’esattore, dunque, notifica la cartella di pagamento al contribuente indebitato entro il 31 dicembre del terzo anno successivo alla scadenza del versamento, oppure a partire dal quarto anno successivo a quello della presentazione delle dichiarazione tramite controllo formale, o ancora a partire dal secondo anno successivo da quando l’accertamento diventa definitivo.

Prescrizione di una cartella esattoriale, i termini previsti per riscuotere i tributi previsti

Come accennato, le tempistiche di prescrizione variano da caso a caso e da situazione a situazione. I termini previsti per la riscossione dei tributi sono dieci anni per quanto riguarda l’Irpef, Irap, IVA e Ires, così come dieci anni per la riscossione di Canone Rai, Imposta catastale e ipotecaria, Imposta sulle donazioni e sulle successioni, Imposta di registro e Contributi alle Camere di Commercio.

Cinque anni per quanto riguarda le Addizionali Irpef dovute a Regioni e Comuni, Sanzioni tributarie per irregolarità fiscali, Interessi sui debiti contratti col Fisco, Sanzioni amministrative, Multe per violazioni del Codice della Strada, Imu, Tari, Tosap, Imposte comunali, Canone dell’acqua, Contributi assistenziali Inail e Contributi previdenziali INPS. Tre anni, invece, per il Bollo auto. Cartella esattoriale, possono prendere soldi dalla Postepay?.

Il calcolo per capire quando una cartella è andata in prescrizione

In generale, i debiti accumulati con lo Stato vanno in prescrizione in dieci anni. Tuttavia, le prime sanzioni e i relativi interessi sono prescritti prima, dopo cinque anni. Il contribuente, a questo punto, può chiedere uno sgravio sulla cartella. Debiti non pagati, come arriva l’avviso di una cartella esattoriale.

Per tutti i debiti accumulati, invece, con il proprio Comune di appartenenze o con la Provincia, quindi mancato pagamento di Tari e Imu, la prescrizione scatta dopo cinque anni. L’unica eccezione è rappresentata dal Bollo auto, vincolato alla Regione, che si prescrive in tre anni. Cartella esattoriale: dopo quanto arriva se non paghi il bollo auto.

È possibile capire se una cartella è andata in prescrizione attraverso un calcolo: basta calcolare le tempistiche elencate in precedenza e verificare se i termini sono decorsi in base all’ultima notifica. Se, ad esempio, non si ricevono notifiche di pagamento entro dieci anni, il pagamento dell’Irpef decade e va in prescrizione. Ad ogni sollecito, i dieci anni ricominciano. Cartelle esattoriale, un erede può schivare tutti i debiti?.

Come contestare una cartella esattoriale già caduta in prescrizione

La prescrizione avviene in automatico, quando l’esattore smette di sollecitare e notificare l’atto, oppure scioglie l’ipoteca o il pignoramento. Una volta che la cartella esattoriale è andata in prescrizione, trascorso il tempo necessario, l’Agenzia delle Riscossioni non può pretendere più nulla dal contribuente. Quando le cartelle esattoriali vanno in prescrizione (e non si pagano più).

Se arrivano notifiche e solleciti relativi a tributi ormai prescritti, basta contestarli tempestivamente, entro sessanta giorni, due mesi. Trascorsi i sessanta giorni, la prescrizione viene considerata risanata. Da multa a cartella esattoriale: cosa succede se non paghi.

Le cartelle non pagate dal contribuente si ereditano, cioè non decadono alla sua morte ma sono ereditate dagli eredi. Questi ultimi possono richiedere uno sgravio per le multe stradale, per le sanzioni penali, per le sanzioni amministrative e per le sanzioni tributarie. Se hai una cartella esattoriale così verrà annullata.

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