Risoluzione e rescissione contrattuale: quali sono le differenze tecniche

Risoluzione e rescissione di un contratto, tanti tendono a confondere i due termini, pensando sia la stessa cosa: scopriamo le differenze.

Contratto stipulato tra datore e lavoratore
Contratto stipulato tra datore e lavoratore (Consumatore.com)

Rescissione e risoluzione sono due termini molti simili, tanto che molte persone tendono a confonderli, considerandoli sinonimi, o comunque molto vicini tra loro. Tuttavia, quando c’è di mezzo un contratto, i due termini indicano due condizioni diverse. Rescissione contrattuale è ben diversa da una risoluzione contrattuale. Scopriamo quali sono le differenze principali.

Entrambi i termini appartengono a un linguaggio giuridico, chi non ha esperienza riguardo le terminologie di questo campo fa spesso confusione, usando le due parole come sinonimi. Capita spesso, ma in realtà si tratta di due condizioni aventi lo stesso fine: liberarsi di un vincolo contrattuale in maniera definitiva. Ma procediamo con ordine per capire meglio i due concetti.

Rescissione e risoluzione contrattuale, due termini simili ma che indicano due condizioni diverse

Discussione per un contratto
Discussione per un contratto (Consumatore.com)

Procediamo indicando il significato delle due parole. Per risoluzione si intende una soluzione che si applica quando una delle due parti non adempie ai propri obblighi contrattuali. Questo caso emerge, ad esempio, quando un commerciante non consegna la merce promessa, oppure se la consegna ma diversa (oppure in ritardo sui tempi stabiliti) da quanto descritto nel contratto di vendita.

Altro esempio molto chiaro: quando un affittuario non provvede al mantenimento dell’immobile affittato, non rispettando i vincoli stipulati sul contratto da parte del locatore. Insomma, questa condizione è abbastanza semplice da capire, e si verifica quando una delle due parti, che hanno firmato il contratto, non rispetta quanto previsto. Affitto, l’inquilino può rescindere in qualsiasi momento?.

In tal caso, la risoluzione contrattuale si può richiedere per inadempimento agli obblighi, sciogliendo così il contratto e ottenendo anche un eventuale risarcimento per danni, oltre al rimborso per le spese già effettuate. Dunque, si tratta di una liberazione da un vincolo che sta producendo effetti controproducenti e negativi. Ritardo volo aereo, in quali casi ti spetta un rimborso per legge.

Inadempimento significativo per poter richiedere la risoluzione del vincolo stipulato: quando si verifica

Dunque, la risoluzione del contratto avviene per inadempimento significativo. In certe “leggere” situazioni, la risoluzione non avviene perché l’inadempimento è considerato leggero. Ad esempio, se si aspetta la consegna di un elettrodomestico entro le 14:00 e questa avviene alle 17:00, il caso non è abbastanza grave da esercitare la risoluzione del contratto.

A dichiarare la risoluzione del contratto, nei casi portati in tribunale, quindi quelli più gravi, è il giudice della parte danneggiata. Per non ricorrere in tribunale, solitamente nei contratti viene espressa la clausola risolutiva espressa, una voce che permette alle due parti di mettersi d’accordo senza allungare i tempi e senza affrontare spese extra. Finanziamento auto, cosa succede se non paghi l’ultima rata?

La rescissione di un contratto, in cosa consiste e perché differisce dalla risoluzione

E per quanto riguarda la rescissione del contratto? Questa si applica quando non c’è equilibrio tra le due parti e una delle due è svantaggiata. Questi istituto tende a proteggere la parte più debole. Questa condizione avviene quando una delle due parti ha approfittato dell’altra per ottenere un vantaggio, oppure quando si verifica una sproporzione tra le prestazioni, con uno squilibrio enorme (oltre la metà del valore) di una parte.

Quando ci si approfitta consapevolmente dell’altro e in caso di persistenza di lesione. In questo caso, la legge offre il diritto alla parte lesa di liberarsi dal vincolo contrattuale perché posta in condizioni svantaggiate e di debolezza. Contratto affitto, in quali casi un proprietario può chiedere un aumento?.

Le principali differenze tra risoluzione e rescissione del contratto di qualsiasi genere

Dunque, abbiamo elencato le principali differenze tra risoluzione e rescissione. Ricapitolando, quando ci si vuole liberare di un contratto di qualsiasi genere, occorre tener presenti alcune voci. Tra queste abbiamo la motivazione: la risoluzione si basa sull’inadempimento, la rescissione su uno squilibrio di prestazioni. Gli effetti: la risoluzione ha effetto retroattivo tra le parti, mentre la rescissione non pregiudica i diritti dei terzi.

E ancora, le condizioni: la risoluzione richiede un adempimento grave, la rescissione richiede uno stato di bisogno per riequilibrare i rapporti. Infine, l’ultimo fattore da considerare sono le clausole contrattuali: la risoluzione si può velocizzare chiamando in causa la clausola risolutiva espressa, mentre la rescissione non prevede una condizione simile. Vacanze, cosa rischia chi affitta casa senza un regolare contratto.

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