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Tasse e Fisco

IMU, adesso la scadenza non è più tassativa: come funzionano i tempi e le cifre

L’IMU è sicuramente una delle tasse più note e chiacchierate del panorama nostrano: cosa sapere sulla scadenza, tempi e cifre.

Non si finisce mai di parlarne: l’IMU è tra quelle imposte ampiamente diffuse da cittadini e Governo. Eppure, per quanto tale tassa sia spesso al centro delle polemiche, è anche vero che si tratta di uno di quegli adempimenti ai quali non è possibile sottrarsi. Ciò che molti non sanno è cosa accade nel caso di ritardi nel versamento: la scadenza, i tempi e le cifre, cosa tenere bene a mente per evitare guai.

Pagamenti IMU: scadenza, tempi e cifre, cosa sapere (consumatore.com)

Che sia per impossibilità economica o per semplice dimenticanza, può capitare a tutti di saltare il versamento di quanto dovuto per l’IMU. Quando tale evenienza si verifica, la maggior parte di noi si fa prendere dal panico in prospettiva dei peggiori scenari. Ma cosa accade davvero quando si salta un pagamento? Ecco cosa occorre sapere a riguardo.

IMU, pagamenti: tempi e cifre, cosa tenere a mente

Partiamo dal presupposto che l’IMU si paga, generalmente, in due momenti dell’anno: il 16 Giugno l’acconto e il 16 Dicembre il saldo. Cosa accade, allora, quando saltiamo o ritardiamo uno dei due versamenti? Quali sono le conseguenze e come cambia la situazione a livello economico e di cifre? Ecco i dettagli.

Ritardi e sanzioni: cosa sapere sul pagamento dell’IMU (consumatore.com)

Iniziamo citando il ravvedimento operoso, vale a dire quel sistema che, tramite modello F24, consente di regolarizzare la propria posizione in merito all’IMU quando si è in ritardo con il pagamento. A seconda del ritardo, ovviamente, cambierà anche l’ammontare delle sanzioni con le quali si dovrà avere a che fare. Nello specifico:

  • ravvedimento sprint, ovvero pagamento entro 14 giorni dalla scadenza, una sanzione dello 0,1% per ogni giorno di ritardo con aggiunta di interessi;
  • ravvedimento breve, dal 15 al 30 esimo giorno dalla scadenza, con una sanzione dell’1,5% calcolata sull’importo sommato agli interessi;
  • ravvedimento medio, dal 30 al 90esimo giorno dalla scadenza, con una sanzione dell’1,67 % da sommare agli interessi giornalieri;
  • ravvedimento lungo, dal 90 giorno all’anno dalla scadenza, con sanzione del 3,75% con aggiunta di interessi.

A queste tipologie di ravvedimento si aggiunge quello “lunghissimo”, vale a dire il caso in cui la regolarizzazione avvenga oltre l’anno, ma entro i due anni dalla scadenza. In tal caso la sanzione sarà pari al 4,29%. Mentre, nell’eventualità che ci si metta in regola ad oltre due anni dalla scadenza, la sanzione sale fino al 5%.