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Tasse e Fisco

In quali casi si può davvero pignorare lo stipendio per debiti

In certi casi eccezionali, è possibile far pignorare lo stipendio di un debitore, tuttavia, sono soltanto tre i soggetti che possono farlo.

Restituzione di denaro (Consumatore.com)

In certe particolari situazioni, è possibile far pignorare lo stipendio di un debitore. Anche se qualsiasi creditore può far richiesta di pignoramento, sono soltanto tre i soggetti a poter disporre di questo diritto. Prima di tutto, bisogna capire cos’è il pignoramento dello stipendio, ossia l’atto coattivo che consiste nel prelievo di una parte dello stipendio del debitore come risarcimento.

In pratica, il creditore può fare richiesta di prelievo di una parte dello stipendio del debitore, in modo tale da recuperare il proprio credito. Questa particolare procedura, però può essere attivata soltanto da chi ne ha il diritto. Sono principalmente tre i soggetti che possono disporre il pignoramento sullo stipendio, e sono l’Agenzia delle Entrate Riscossioni, l’autorità giudiziaria e le concessionarie della riscossione iscritte all’Albo.

Come e quando è possibile ricorrere al pignoramento sullo stipendio di un creditore: le regole principali

Banconote bloccate (Consumatore.com)

L’Agenzia delle Entrate Riscossioni, solitamente è l’ente che si occupa di questa faccenda. L’Agenzia, prima di avviare il procedimento di pignoramento, provvede a inviare una cartella esattoriale. Se questa non viene pagata entro due mesi, ecco che la procedura coatta di recupero crediti viene attivata.

In tal caso, è possibile pignorare lo stipendio o il conto corrente del creditore. Dunque, il primo soggetto a poter operare è proprio l’ADER. Il pignoramento dello stipendio è una delle forme più comuni di pignoramento presso terzi. Con questa procedura il creditore si riappropria del credito stanziato precedentemente.

La soluzione del “saldo e stralcio” sfruttata da molti

Una delle soluzione più efficaci per prevenire la procedura è il cosiddetto “saldo e stralcio”, ossia un accordo tra debitore e creditore per il pagamento di una somma inferiore rispetto al debito contratto. Quando un debitore non riesce a pagare l’intero importo, spesso si appoggia su questa regola.

Ma su questa regola, come saldare i debito col Fisco, fanno fede anche tanti milionari, pagando dunque una somma inferiore a quella dovuta in origine. Da pagare ovviamente in tempi brevi.

Altro soggetto che può disporre di questo diritto, come accennato, può essere anche il concessionario della riscossione iscritto all’Albo, che proprio come l’Agenzia delle Entrate può attivare la procedura di pignoramento, pignorando i beni del creditore. Dello stipendio, o della pensione, però, si può pignorare al massimo un quinto del totale.

Pignoramento dello stipendio, qual è la percentuale che si può pignorare

Un quinto del totale dello stipendio si può pignorare, mentre si deve lasciare abbastanza liquidità al debitore per poter sopravvivere e per far fronte alle spese quotidiane. Il concessionario della riscossione deve essere in possesso della licenza del Questore, il quale, dopo l’inscrizione all’Albo, lo abilita a svolgere l’attività di recupero crediti.

L’ultimo soggetto in grado di pignorare lo stipendio è l’autorità giudiziaria. Dunque, qualsiasi creditore, rivolgendosi in Tribunale, può essere autorizzato ad avviare il pignoramento dei beni del debitore. In questo caso, è il Tribunale a emettere il decreto ingiuntivo nei confronti del debitore, costringendolo a pagare per saldare il debito. Per le cartelle esattoriali, quando scatta il pignoramento conto corrente?

Pignoramento stipendio e pignoramento pensione: le differenze

Come accennato, il limite di importo che è possibile pignorare è pari a un quinto dello stipendio mensile, o della pensione mensile. Un contribuente può indebitarsi per svariati motivi, come il mancato pagamento della Tari, oppure il mancato pagamento dell’IMU.

Tuttavia, a differenza delle pensione, che se minima non può essere toccata, non vi è un limite per lo stipendio, anche se questo è basso. Questo è il rapporto di pignoramento prima dell’erogazione dello stipendio. Se invece lo stipendio è già stato accreditato sul conto, i limiti sono diversi.

In questo caso, tutte le somme presenti sul conto corrente possono essere pignorate per la parte che eccede di tre volte l’ammontare dell’Assegno Sociale. La somma dell’Assegno Sociale, al momento, è di 534,41 euro. Ciò significa che sul conto corrente è possibile pignorare ogni somma superiore ai 1.603,23 euro.

Come l’Agenzia delle Entrare Riscossioni procede al pignoramento dello stipendio e del conto corrente: i limiti sui cui si basa

L’Agenzia delle Entrate Riscossioni, inoltre, ha altri limiti su cui basarsi per il pignoramento. Se lo stipendio del debitore è inferiore ai 2.500 euro, si può pignorare solo un decimo. Se lo stipendio è compreso tra 2.500 e 5 mila euro, è pignorabile un settimo.

Per uno stipendio superiore ai 5 mila euro, si può pignorare un quinto. Pignoramento prima casa: tutti i casi in cui può e non può scattare. Oppure, in certi casi può scattare anche il pignoramento dell’auto.

Così come per lo stipendio, anche per le somme di denaro tenute sol conto corrente rispettano determinati limiti di pignorabilità con l’Agenzia delle Entrate Riscossioni. In quest’ultimo caso, infatti, l’ultimo stipendio del lavoratore deve essere lasciato intatto, mentre può essere pignorata la parte restante sul conto. Cartelle esattoriali, se rientri tra questi ti pignorano i soldi sul conto.

Pubblicato da
Andrea Cerasi