Il report della Cgil finisce su tutti i giornali e fa il giro del web, il Governo interverrà sulle pensioni con un taglio significativo.
Potrebbe portare nelle tasche dell’esecutivo circa un miliardo di euro la prossima manovra sulle pensioni o almeno questo è quello che si evince dall’ultimo report diffuso dalla Cgil. Un risparmio sostanzioso, con un taglio alla rivalutazione delle pensioni per via dell’inflazione che sta convincendo sempre di più il Governo. Basti considerare come grazie alla mancata perequazione – il meccanismo utilizzato, appunto, per adeguare le pensioni all’inflazione – in due anni siano stati recuperati più di dieci miliardi.
Ovviamente i sindacati sono già sul piede di guerra. “Il governo torna nuovamente a colpire le pensioni per fare cassa”, ha dichiarato Lara Ghiglione, segretaria Cgil, ai microfoni de Il Messaggero e poi ha aggiunto: “Le proposte che stanno circolando nelle ultime settimane destano grande preoccupazione”. Dando un’occhiata ai dati riportati dalla sigla sindacale pare che l’importo delle riduzioni possa variare da 968 a 4.534 euro, in parole povere uno scenario da incubo.
“Dopo aver peggiorato la legge Monti / Fornero con le ultime due leggi di bilancio, eliminando qualsiasi flessibilità in uscita, si profilano nuovi tagli per il 2025”, a parlare è la segretaria della Cgil, Lara Ghiglione, raggiunta dalla redazione de Il Messaggero per commentare l’ipotesi di nuove riduzioni sulle pensioni. Il Governo infatti vorrebbe intervenire nuovamente, così da risparmiare ancora attraverso la mancata perequazione. Nelle casse dello Stato, in questo modo, finirebbe più o meno un miliardo, da aggiungere ai circa dieci recuperati tra il 2023 e il 2024.
Cambiano quindi gli importi delle pensioni, il report fatto circolare proprio in questi giorni dalla Cgil parla abbastanza chiaro. Ad esempio chi percepiva 1.732 euro netti nel 2022 avrà subito al termine del triennio 2023-2025 una decurtazione complessiva di 968 euro, chi percepiva 2.029 euro netti si ritroverà in tasca 3.751 euro in meno e così via, fino ad arrivare al caso limite di una pensione da 4.487 euro che comporterà una perdita totale di 4.534 euro.
Per comprendere quanto lo scenario sia drammatico basta pensare che gli importi che superano di quattro o cinque volte il minimo “rientrano” dell’85% dell’inflazione, mentre quelle che lo superano tra cinque e sei volte solamente il 53%.