Naspi, aumentano le possibilità di felicità con una fonte di risparmio così importante: come ottenere il beneficio grazie alla nuova legge.
Qualcuno ha detto Naspi? Allora è pura realtà, confermata condizione di miglioramento: si respira aria nuova, quella della “serenità” economica. Non ci sono dubbi sul fatto che la situazione corrente non sia delle più floride, ma è vero che dietro tanta criticità, c’è sempre uno spiraglio di luce, e questa misura lo incarna alla perfezione. La nuova legge entra in gioco con dei margini di ripresa non indifferenti, e il vero peccato sarebbe proprio non prestarci la dovuta attenzione. In cosa consistono le novità?
Dire vantaggio a prescindere non equivale a parlare di una realtà attuabile in pochissimo tempo, ma senza ombra di dubbio ci sono davvero quelle condizioni che rappresentano un abbondante margine di ripresa. La Naspi entra in gioco con un aumento non indifferente, perché si parla di 1000 euro, cioè quasi di uno stipendio per intero. Anche se come “stipendio” può sembrare basso, va visto nell’ottica del bonus, ed in questo caso è davvero propizio. Se i salari non crescono in maniera proporzionale all’aumento dei prezzi e del costo della vita attuale, ecco che lo Stato vara degli aiuti sorprendenti.
Ma davvero si possono ottenere 1000 euro in men che non si dica? Soprattutto chi può ottenere le conseguenze vantaggiose di questa misura? Per stare bene si auspica a vivere un’esistenza “serena”, e non ci sono dubbi sul fatto che per poter ottenere ciò ci vuole in parte una condizione economica stabile, oltre che tanta salute. Per l’aspetto economico, se non è possibile soddisfare tale aspettative con le proprie sole forze, ecco come entra in gioco la soluzione preferita dei contribuenti.
Naspi, un aumento inaspettato: 1000 euro subito, ecco come!
Sarebbe più corretto dire che più che “soluzione preferita”, si tratta di quella migliore data la situazione in corso. Quindi, l’aspetto più sorprendente è la ratio che sta alla base del nuovo percorso normativo intrapreso. Per chi ha perso il lavoro ci sono 1000 euro che gli spettano, purché rispetti determinati requisiti e parametri. Quindi, non solo Naspi, ma in aggiunta a quest’ultima! E’ una mossa che avvantaggia i contribuenti che stanno vivendo il peggio in questo periodo. A chi spetta questo margine di ripresa? Si analizza nello specifico, caso per caso con le dovute risoluzioni.
Ricapitolando, oltre alla Naspi si può far richiesta di un’altra somma. Ci sono 1000 euro a disposizione per chi ha perso il lavoro ed era sottoposto ad un contratto di somministrazione. Con esso si fa riferimento a quel rapporto di lavoro a tre con datore, lavoratore e utilizzatore. Questo terzo attore incarna l’azienda o il professionista entro i quali si muove l’attività del dipendente assunto. Una volta cessata la relazione di lavoro, il dipendente ha garantiti gli stessi diritti dei lavoratori, tra cui chiedere l’indennità di disoccupazione Naspi. A quanto pare però, vi subentra anche un’altra entrata, la SAR.
Con SAR si parla del Sostegno a Reddito, cioè quel bonus che una tantum entra nelle tasche dei dipendenti che non intraprendono più questo rapporto di lavoro a somministrazione sopracitato. Per capire di cosa si tratta, si inizia a dire che questo bonus non è come tutti gli altri erogato dall’INPS, ma dal Fondo.Temp, cioè quel Fondo dedicato alla formazione e al sostegno del reddito dei lavori in somministrazione. Quindi un istituto a sé dedicato al questo rapporto di lavoro specifico.
Per farne richiesta bisogna essere disoccupati da almeno 45 giorni, aver maturato 440 ore lavorative nel caso del part-time o 110 giorni di lavoro in 12 mesi. Stessa tempistica ma con 90 giorni di lavoro o 360 ore lavorate. Senza dimenticare anche il caso in cui ci sia la condizione MOL, sigla che sta per mancanza di occasioni di lavoro. La richiesta può essere presentata dopo 60 giorni dai 45 effettivi di inoccupazione. Ci sarebbe il tempo per altri 68 giorni, ma poi cade il diritto di avanzare la domanda.
L’inoltro può essere fatto mediante sindacato oppure da soli direttamente accedendo nel portale FTWeb. I documenti da inserire sono in primis la carta d’identità e il codice fiscale. Seguono poi le copie delle buste paga rilasciate dall’AE, l’estratto conto previdenziale che attesta i 45 giorni di disoccupazione, un file contenente tutti i dati inerenti il conto bancario e l’iban del beneficiario, certificati di maternità o malattia se presenti nel caso trattato, e la documentazione della Naspi. Quest’ultima solo nel caso in cui ci siano state dimissioni volontarie e per giusta causa.