Annunciato il calendario dell’accensione dei riscaldamenti nella varie zone d’Italia: scopriamo date e orari per le fasce territoriali.
L’autunno sta per giungere e ha lanciato segnali evidenti, portando abbassamento di temperature, aria fredda, temporali e venti su tutta la Penisola. Un autunno in anticipo, quest’anno, che ha spazzato via il caldo eccessivo degli ultimi mesi e un’estate davvero soffocante. Come per ogni anno, nel mese di settembre, viene annunciato il calendario per l’accensione dei riscaldamenti.
Ovviamente, l’accensione dei termosifoni nei condomini viene suddivisa in fasce territoriali, dando la precedenza alle zone climatiche più fredde. Il ricorso al riscaldamento domestico è soggetto a un decreto del 2013, al quale i singoli Comuni devono tener fede. Ma prima di osservare le date e gli orari, è importante sapere che la temperatura di riscaldamento richiesta è di 19 gradi. Sono tollerati massimo due grandi in più per le fasce più fredde.
Accensione dei riscaldamenti domestici, arrivano le date: Italia suddivisa in fasce climatiche
Come sappiamo, il territorio italiano è stato suddiviso in sei fasce climatiche, sei zone, le quali devono rispettare il calendario fornito dallo Stato. Se la prima accensione è prevista a partire dal 15 ottobre, lo spegnimento è programmato al 15 aprile. C’è una grande differenza tra zona più fredda e zona più calda.
Se nella zona più fredda, i riscaldamenti saranno accesi il 15 ottobre, nella zona più calda d’Italia i riscaldamenti si accenderanno il 1 dicembre. È importante rispettare le direttive, altrimenti si rischiano multe salate che partono da 500 euro e che possono arrivare fino a 3 mila euro, come previsto dalla UE.
Ma non solo, perché anche i singoli Comuni possono provvedere a multare i trasgressori, così come gli stessi condomini, i quali possono applicare sanzioni che vanno da 200 euro fino a 800 euro in caso di recidiva. Insomma, prima di accendere i termosifoni, bisogna avere chiara la situazione. Tra l’altro, per ridurre le bollette, ecco come stare caldi in casa ma in economia.
Le multe per chi non rispetta il calendario di accensione dei termosifoni
Mancano ancora poche settimane per dare inizio al piano di riscaldamento territoriale. Nonostante il calo drastico delle temperature, ancora non è necessario accendere i termosifoni, anche se alcune comunità di montagna iniziano già a patire i primi freddi, specialmente di notte. Comunque sia, il ricorso al riscaldamento domestico è soggetto a una normativa europea.
Questa normativa tiene conto dei consumi energetici, degli sprechi e della sostenibilità ambientale, regolando anche l’accensione di stufe e camini, anche questi soggetti a specifiche leggi. Nella gestione degli impianti termici, a fare la differenza è la zona climatica di appartenenza. L’Italia è stata suddivisa in sei zone, ognuna con le sue regole.
Naturalmente, oltre alle regole nazionali, come la temperatura da regolare in casa, gli orari e le date, ogni singolo Comune ha la facoltà di intervenire applicando anticipazioni, proroghe, limitazioni e altre regole. Sapete qual è il sistema di riscaldamento più ecologico ed economico? Risponde un’indagine di Altroconsumo. Ma quali sono le zone climatiche italiane?
Le sei zone climatiche in cui è suddiviso il territorio italiano: quando si accenderanno i termosifoni
Nella zona A, la più mite, troviamo l’isola di Lampedusa, Porto Empedocle e Linosa. Questi territori dovranno accendere i termosifoni il 1 dicembre, per massimo sei ore giornaliere, e spegnerli il 15 marzo. Nella zona B troviamo le province di Catania, Agrigento, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Trapani e Siracusa. Anche in questo caso, i termosifoni si dovranno accendere dal 1 dicembre, per otto ore al giorno, fino al 31 marzo.
Nella zona C troviamo Bari, Benevento, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Latina, Imperia, Lecce, Napoli, Salerno, Oristano, Ragusa, Sassari, Taranto e Brindisi. Qui i riscaldamenti avranno inizio dal 15 novembre fino al 31 marzo, per dieci ore giornaliere.
Nella zona D troviamo le province di Ascoli, Avellino, Chieti, Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Grosseto, Isernia, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa, Matera, Nuoro, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Savona, Siena, Teramo, Terni, Vibo Valentia e Viterbo. In questa fascia, l’accensione è prevista dal 1 novembre fino al 15 aprile, per un massimo di dodici ore al giorno.
Le altre zone climatiche italiane: le date di accensione e spegnimento dei riscaldamenti
Nella zona E troviamo Alessandria, Aosta, Arezzo, Asti, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Como, Cremona, Enna, Ferrara, Frosinone, Gorizia, L’Aquila, Lecco, Lodi, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pordenone, Potenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Rovigo, Sondrio, Venezia, Torino, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Vercelli, Verona e Vicenza.
Accensione dal 15 ottobre fino al 15 aprile, per quattordici ore al giorno. Infine, nella zona F troviamo Belluno, Cuneo e Trento, dove non sono previsti limiti, quindi la gestione è totalmente dei singoli Comuni. A proposito di autunno, chi ha un po’ tempo libero, anche in questa stagione può concedersi una splendida vacanza, ci sono tante mete in Europa da visitare.