Posto fisso addio, non ci sono più certezze nemmeno per i dipendenti statali: la mazzata finale arriva in maniera inaspettata.
Nella vita bisogna sempre tenersi pronti a tutto e tutti, specialmente al peggio, ma mai nessuno avrebbe potuto immaginare di rischiare qualcosa che è da sempre ritenuto “inattaccabile”. Si tratta della possibilità di perdere il posto fisso: indeterminato chi? La novità è un colpo basso per tutti i lavoratori che hanno sempre creduto in questo percorso occupazionale, ma lo è anche per chi aspira a conquistare questa importantissima meta di vita. Cos’è successo? Ecco qual è l’ultimo aggiornamento e cosa si può fare per gestire al meglio la situazione.
La parola “stabilizzazione” piace su molteplici fronti. Si tratta della possibilità di avere un rapporto sentimentale solido, ma anche di una condizione economica inattaccabile, la quale può esser frutto sia di ricchezza di rendita familiare, ma anche il risultato del duro lavoro di chi ha studiato e si è impegnato tanto per ottenere un’occupazione a tempo indeterminato. Quest’ultimo punto è protagonista al tempo stesso di un sogno e di un incubo.
Perché senza ombra di dubbio ottenerlo è la realizzazione di un sogno, dato che la conquista permette di avere tutto quello che già è stato indicato sopra. Una condizione economica stabile, e perché no, anche le possibilità di costruirsi un proprio nido familiare indipendente da quello di origine. Ma la fantasia che diventa realtà può tornare ad essere danneggiata da un incubo senza precedenti, perché si può perdere il posto fisso! Com’è possibile? C’entra la Cassazione e le ultime novità.
Posto fisso addio, l’incubo diventa realtà: come reagire
L’indeterminato è qualcosa che non ha vincolo di durata, per cui il lavoratore che riesce a consolidare questo obiettivo, potrà veder cessare la propria relazione, perdere gli amici e soffrire, ma se c’è una certezza, è quella che il posto fisso non può essere né lasciato, né attaccato. Invece, la Cassazione smonta qualsiasi certezza che un dipendente ha maturato nella sua esistenza. Essa si pronuncia in merito, esplicando la casistica specifica di una certa categoria di lavoratori. Di chi si tratta? Ecco cosa significa farne parte e quali sono le peggiori conseguenze alle quali fare fronte.
La Cassazione si pronuncia affermando che se manca la copertura finanziaria, il rapporto di lavoro, anche indeterminato, è nullo. Questo accade per tutti quei lavoratori che dopo tanti anni di contratti flessibili e a termine, i quali lo hanno posto in una condizione precaria, riescono ad ottenere l’indeterminato presso l’ente con cui ha posto in essere la loro esperienza lavorativa. L’assunzione avviene sia con un’assunzione diretta, che nel caso del concorso pubblico.
Spesso capita che le amministrazioni pubbliche vogliano stabilizzare i precari, gli LSU, i lavoratori socialmente utili. Si tratta di tutti coloro i quali svolgono attività e opere finalizzate al bene della collettività, ma che soprattutto vivono gravi condizioni di disagio dovute alla disoccupazione o sono anche in cassa integrazione. Ci sono tre categorie di LSU. I primi, sono quelli facenti parte della platea storica pagata con le risorse statali del Fondo Sociale Occupazione e Formazione. I secondi, sono gli autofinanziati pagati dagli enti in cui sono impiegati. E gli ultimi, sono quelli che percepiscono sostegni di reddito, appunto remunerati per le prestazioni concretamente effettuate.
Dato che laddove manca copertura finanziaria questi possono essere licenziati, la norma che disciplina la questione è ripresa dall’art. 33 del T.U.P.I., il quale afferma che tutte le amministrazioni sono obbligate a controllare le eccedenze lavorative, imparando a gestire meglio l’assunzione di personale. In poche parole, inutile dare gli indeterminati a troppa gente, se poi li si manda a casa. Le conseguenze sono soprattutto per il Dirigente, le quali sono di natura disciplinare.
Perché alla base di tutto c’è la dignità dell’essere umano, e con essa la condizione imprescindibile di avere la giusta copertura finanziaria per l’assunzione del personale nella pianificazione triennale. Altrimenti, l’incubo è realtà: posto fisso… addio! Questa è la normativa che tutela ambe le parti in previsione di un futuro sistema di assunzione efficiente.