Soldi Extra per Naspi è una misura extra-ordinaria che piace ai contribuenti. Come ottenerli? Con questa guida si ottengono tutti e…subito!
Avere un’entrata extra piace ai contribuenti, soprattutto se legata alla Naspi: come fare ad ottenere il beneficio? Soprattutto dati questi incrementi, ci sarà comunque un prezzo da pagare? Con questa guida aggiornata è possibile fare il punto della situazione, soprattutto per capire come muoversi al meglio e non commettere guai. La normativa è complessa, e a volte possono sfuggire dei punti che invece meritano la dovuta attenzione, specie se riguardano la propria condizione. Chi sono i destinatari della piacevole novità? Soprattutto è certo che questa iniziativa andrà a buon fine?
Chi perde involontariamente la propria occupazione può ricevere mensilmente una somma economica che lo aiuta a far fronte delle spese del quotidiano. Ovviamente, la situazione corrente è delle più spiacevoli, soprattutto a causa dell’inflazione che sta danneggiando l’economia italiana. L’aumento costante e continuo del livello dei prezzi è quasi una piaga da estirpare, ma questa pare abbia messo delle radici profonde in un sistema con basi troppo fragili per contrastare la sua potenza.
Così, c’è la possibilità di far domanda della Naspi, ma a quanto pare per alcune categorie specifiche di lavoratori ci sono le entrate extra sopracitate, che non sono assolutamente da sottovalutare. Si tratta di una notizia che porta un vero e proprio riscatto alla carriera dopo anni e anni di contratto a tempo determinato.
Di questo tempi ottenere anche solo un contratto di lavoro determinato, ma stabile, sembra un sogno. Il punto è che ci sono categorie di lavoratori che passano anni e anni dietro questi rapporti di lavoro, ma non per volontà loro. Si tratta di un sistema che per intero viene gestito nel seguente modo, e che pone i contribuenti e i lavoratori in un contesto economico e sociale di grande disagio. Il riscatto in arrivo piace moltissimo, e bisogna coglierne i punti più importanti per approfittarne nel modo migliore.
Riscatto alla carriera per chi ha portato avanti un percorso lavorativo costellato di rapporti di lavoro a tempo determinato. L’obiettivo è parificare la loro condizione economica e contributiva a quella dei colleghi che nello stesso settore sono posti in una condizione di ruolo. Si tratta della categoria docenti, la quale è contraddistinta da una risorsa di precariato che fa paura per la quantità di persone che vi fanno parte.
Appunto, è bene evidenziare che all’interno del sistema c’è una grossa percentuale di lavoratori precari che vivono costantemente nell’ansia di ricevere una “chiamata di lavoro”, la quale però non arriva, o comunque quando c’è non solo pone delle difficoltà importanti, presenta anche dei disagi a livello contributivo oltre che economico.
Parificare la condizione sarebbe una grossa mossa di riscatto, perché porterebbe a chi vive una condizione lavorativa di disagio ad un miglioramento netto. A pronunciarsi in questo modo è la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 22640, la quale afferma come fondamentale il principio di “non discriminazione dei lavoratori con contratto diverso”. Questo è previsto anche dall’accordo Europeo in merito alla gestione dei contratti di lavoro a tempo determinato.
Così, gli istituti scolastici che hanno a che fare con questi lavoratori devono per legge garantire i differenziali stipendiali, senza detrarvi l’indennità di disoccupazione Naspi, e nemmeno le somme già ottenute di indennità di ferie non godute. Il principio giuridico che sostiene ciò è l’aliunde perceptum. Per cui se un lavoratore a contratto con tempo determinato ha ottenuto la Naspi durante i mesi estivi per 10 anni, non deve veder ridotti gli arretrati stipendiali che per diritto deve ottenere.