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Pensione, arriva la stangata: gli esperti spiegano quanto perdi sull’assegno

Le pensioni continuano a preoccupare e non solo perché ci si arriva sempre più tardi. Ora c’è il rischio che vengano persino tagliate.

Il tema delle pensioni tiene banco ormai da decenni. Cambiano le leggi, cambiano i Governi, l’Inps dichiara che è aumentata l’aspettativa di vita, eppure ad oggi non c’è la certezza di quanti anni si debbano avere per raggiungere il meritato riposo dopo tanti sacrifici e tanto lavoro. Dipende da troppi fattori e le leggi cambiano da un giorno all’altro per avere, appunto, la certezza che il traguardo è quello e nessuno potrà mai cambiarlo.

giorgia meloni foto ansa – consumatore.com

Tutto nasce da un’ipotetica – non c’è ancora nulla di ufficiale – rivalutazione delle pensioni rispetto all’inflazione nel 2025, così come è successo negli ultimi due anni, il Governo ha bisogno di fare cassa e potrebbe risparmiare un miliardo di euro. Ma a quale prezzo? A calcolarlo è la Cgil, secondo la quale negli ultimi due anni si sono recuperati oltre 10 miliardi con la mancata perequazione ovvero il meccanismo che consente di rivalutare gli importi dei trattamenti pensionistici, previdenziali ed assistenziali, sulla base dell’inflazione, per adeguarle al costo della vita rilevato dall’Istat.

L’analisi della Cgil evidenzia i possibili tagli previsti per il 2025, che si aggiungono a quelli già in atto per il biennio 2023-2024. La sigla sindacale spiega che nel triennio 2023-2025 una pensione che era di 1.732 euro netti nel 2022 subirebbe un taglio complessivo di 968 euro di mancata rivalutazione, mentre una pensione che valeva 2.029 euro netti nel 2022 subirebbe una perdita di 3.571 euro. Nell’arco della vita attesa dopo il pensionamento si potrebbe rinunciare, a causa delle perdite cumulate, fino a 40mila euro.

pensionato – consumatore.com

Sempre secondo questa analisi, gli eventuali tagli proiettati sull’aspettativa di vita media, possono raggiungere cifre molto elevate: da 8.772 euro per un pensionato con 1.732 euro netti, fino a 44.462 euro per chi percepisce 2.646 euro netti. Per Cgil e Spi si tratterebbe di “un’inaccettabile sottrazione di reddito frutto di contribuzione”.

“Il governo torna nuovamente a colpire le pensioni per fare cassa”, ha denunciato la segretaria confederale Cgil Lara Ghiglione. “Le proposte che stanno circolando nelle ultime settimane destano grande preoccupazione. Dopo aver peggiorato la legge Monti/Fornero con le ultime due leggi di bilancio, eliminando qualsiasi flessibilità in uscita, si profilano nuovi tagli per il 2025”, ha aggiunto. “È inaccettabile che il governo non abbia mai aperto un vero confronto con le organizzazioni sindacali su un tema così delicato come quello delle pensioni”, ha concluso la sindacalista. Insomma, cielo nero all’orizzonte aspettando i dati ufficiali della nuova manovra del Governo.

Pubblicato da
Rinaldo Ricci