Mentire al coniuge può essere punito dalla legge? Non parliamo solo di tradimenti ma di bugie ancora più profonde e gravi.
Le bugie hanno le gambe corte e mai detto si dimostra più veritiero di questo. Convivere con le bugie in una coppia non solo porta ad uno stato di stress non indifferente ma in più inevitabilmente vengono a galla perché un passo falso lo si commette sempre. E non parliamo di tradimenti che purtroppo sembrano essere all’ordine del giorno.
E se mentire con il partner fosse punito dalla legge? Sarebbero piene le carceri, ecco perché la bugia non è prevista come reato dal codice penale a meno che non sia una menzogna che porti a commettere una truffa o una sostituzione di persona. Ne consegue che nell’ambito della vita coniugale, a parte i doveri di fedeltà e di assistenza morale, il coniuge bugiardo non viene punito. Non è reato se il marito o la moglie nascondono redditi e conti correnti. Il dubbio riguarda piuttosto bugie o verità nascoste per esempio sulla perdita di un lavoro. Cosa rischia il coniuge che dice bugie sulla sua vita?
Come detto, non esiste alcuna norma che disciplini l’argomento. L’articolo 143 del codice civile, come spiegato da La Legge per tutti, regolamenta i doveri coniugali, tra questi, quello della fedeltà, dell’assistenza morale e materiale, della collaborazione reciproca nell’interesse della famiglia, della coabitazione.
Dire bugie nella coppia è reato? La sentenza che cambia tutto
L’unica sanzione per chi viola i doveri matrimoniali è l’addebito. Ciò vuol dire che, in caso di separazione e divorzio, il coniuge che si vede addebitare la responsabilità per la fine del matrimonio non può chiedere il mantenimento, anche se persona disoccupata. E non potrebbe rivendicare diritti ereditari prima del divorzio.
Esiste un caso di giurisprudenza che sconvolge un po’ ciò che abbiamo appena spiegato.
Parliamo di un caso analizzato dal Tribunale di Perugia con sentenza n. 939/2024 del 20 giugno 2024. Cosa ha stabilito il giudice? È responsabile per la fine del matrimonio il coniuge che mente all’altro? Nessun dubbio se la bugia nasconde un tradimento perché su questo la legge è chiara e non prevede un rapporto con una terza persona. Ma lo stesso vale anche per le bugie che riguardano informazioni sulla propria vita privata.
Una donna aveva sposato un uomo con diversa cittadinanza, il quale le aveva fatto credere di essere stato giudice e avvocato nel proprio Paese e di svolgere attività di docenza in due atenei italiani. Poi, dopo un anno dal matrimonio, l’uomo si era allontanato da casa senza dare più notizie, tanto che ne era stata denunciata la scomparsa. La moglie ha chiesto la separazione con addebito al marito e obbligo di quest’ultimo di versarle 400 euro come contributo al mantenimento.
Il giudice, dopo aver valutato le prove, ha accolto la richiesta. Integra una violazione dei doveri del matrimonio nascondere elementi essenziali della propria identità, anche se relativi a una sfera riservata come quella della salute – molti purtroppo nascondono anche la propria impossibilità ad avere figli – o a problemi con la giustizia, anche passati.
Nel caso citato, secondo il Tribunale, si tratta di comportamenti che “violano, in tutta evidenza, il dovere di lealtà (…) immanente all’unione matrimoniale”. Costituisce infatti una violazione del dovere coniugale “la condotta di chi tradisca la fiducia personale del coniuge, manipolando grandemente la realtà e fornendo una rappresentazione mendace delle proprie condotte, della propria identità lavorativa, della propria vita”.