Assegno di mantenimento, non ci sono dubbi: è destinato a lievitare! Cosa cambia? Discussione in corso, pronuncia tagliente della Cassazione.
In tema di coniugi con separazioni e divorzi si avverte sempre una certa tensione nell’aria. Ad oggi sono cambiate molte cose, ma nello specifico l’assegno di mantenimento è quello che più farà preoccupare alcuni contribuenti. La situazione è destinata a cambiare nella gestione di questi rapporti, e con essa non si scherza, perché se da una parte ci sono degli aumenti di un certo peso, dall’altro non possono che subentrare delle problematiche economiche. Nuove dinamiche entrano in gioco, e gli attori devono giocare le loro armi migliori per non perdere la sicurezza di cui vantano. La Cassazione spara a zero, ecco cosa dice.
La prima cosa da riconoscere è che la discussione sul tema serve a non essere colti impreparati da una situazione che è ampiamente destinata a stravolgere la modalità di gestione di questa tipologia di rapporti. Questi ultimi, come già detto, sono tra i più complicati, perché oltre il termine della relazione, in molti casi finita tragicamente, entra in gioco la questione economica. Le persone finiscono per mostrare il loro “vero volto”. Il detto parla chiaramente, Infatti, si dice “tocca una persona nel portafoglio, ed ecco che c’è la maggior sorpresa”.
In questo caso però è bene osservare con attenzione la situazione, perché si potrebbe davvero cadere in errore e perdere tutto. Quando è imprescindibile l’aumento? Ci sono degli elementi chiave che non possono mancare e che determinano il favore del giudizio del Giudice, ma non sempre è così. Per quale ragione?
Innanzitutto, è bene tenere presente che come può essere avanzata una richiesta di aumento per l’assegno di mantenimento, c’è un altro aspetto da non sottovalutare. La cosiddetta “altra faccia della medaglia”, la quale presuppone anche la condizione negativa, cioè una sua riduzione. Per cui la variazione monetaria è al centro di tutto, perché da essa il rapporto si modifica. Da dove si parte? Sempre dalla condizione del coniuge che appare più debole, ecco cosa dice sul tema la Cassazione.
E’ sempre il giudice a valutare la condizione e di conseguenza a gestire le sorti di aumenti o riduzioni per l’assegno di mantenimento. Tutto va revisionato in relazione alla condizione economica, per cui se il coniuge costretto al pagamento vive una situazione “in negativo” e avanza la richiesta di ridurre la prestazione, ecco che il giudice, se lo ritiene valido, può approvare la riduzione a favore di quest’ultimo. Questo perché indipendentemente dalla sua condotta subisce una diminuzione di retribuzione. Di conseguenza, non è in grado di far fronte a tutte le richieste, tra cui il pagamento dell’assegno di mantenimento nelle condizioni precedentemente stabilite.
Allora, la domanda sorge spontanea. Se la richiesta di aumento da parte del beneficiario è perché è in rosso con il conto, o per le esigenze dei figli è concessa. Ma se chi versa ha una considerevole crescita economica, è tenuto a variare l’assegno aumentandolo di conseguenza al beneficiante in qualsiasi situazione? No, ci sono dei casi, come ad esempio quello della vincita alla Lotteria che precludono ciò.
Significa che non si può attuare l’aumento perché la vincita in questione è un elemento extra-ordinario, quindi non ha nulla a che fare con la condizione economica matrimoniale. In situazioni come questa, non collegate al tenore di vita tenuto durante la convivenza, ed estraneo a condizioni di difficoltà, non si può percepire alcun aumento. Attenzione però, se il coniuge che versa l’assegno di mantenimento è un imprenditore che sta avendo successo, e già faceva questo lavoro prima della separazione, può essere soggetto ad aumenti dell’assegno nei confronti del beneficiario, perché considerato evento ordinario nelle sue possibilità.