La pensione di reversibilità è una misura assegnata ai superstiti in base al grado di parentela e subisce dei tagli fino al 50%.
Il Governo è alle prese con la nuova Riforma Pensioni e si prospetta un cambiamento radicale di molte misure, alcune potrebbero non essere rinnovate. Preoccupazioni anche per la pensione di reversibilità che potrebbe subire dei tagli consistenti.
Analizziamo nel dettaglio chi sono i beneficiari della pensione di reversibilità e quando l’assegno subisce una riduzione fino al 50%, considerando anche i nuovi limiti di reddito entrati in vigore nel 2024.
Pensione di reversibilità: percentuale spettante e nuovi limiti di reddito
La pensione id reversibilità è una prestazione pensionistica erogata dall’INPS ai familiari superstiti di un lavoratore o pensionato deceduto. Hanno diritto alla pensione di reversibilità i superstiti in base al grado di parentela con il defunto. Nello specifico spetta: al coniuge spetta il 60% della pensione del defunto; al figlio unico minorenne, inabile o studente, spetta il 70%.
Nel caso i superstiti siano due figli, in assenza del coniuge, spetta l’80% della pensione del defunto. Nel caso i figli siano tre o più, sempre in mancanza del coniuge, spetta il 100% della pensione.
Oltre alla quota spettante, la pensione di reversibilità è soggetta alla situazione economica del superstite. Nel 2024 sono in vigore nuovi limiti di reddito che prevedono delle decurtazioni sull’importo dell’assegno. I nuovi limiti, in base al reddito personale, prevedono i seguenti tagli:
- reversibilità totale con zero tagli per un limite di reddito di 23.345,79 euro;
- del 25% per i redditi compresi tra 23.345,79 e 31.127,72 euro;
- del 40% per i redditi compresi tra 31.127,72 e 38.909.65 euro;
- del 50% per i redditi superiori a 38.909,65 euro.
Come nel 2024, anche nel 2025 questi limiti potrebbero subire delle modifiche con una riduzione maggiore sull’assegno di reversibilità.
Cumulo tra i redditi personali e pensione di reversibilità
Sul cumulo della pensione di reversibilità e i redditi personali, la Corte Costituzionale si è espressa con la sentenza n. 162/2022. Nella sentenza, la Corte specifica che non si può operare una decurtazione in caso di cumulo con redditi personali del beneficiario, per un importo superiore all’ammontare complessivo dei redditi aggiunti. Paradossalmente, una riduzione oltre la misura dei redditi, finirebbe per danneggiare il superstite.
Inoltre, la Legge prevede che la pensione di reversibilità non subisce una riduzione, a prescindere dal reddito personale, nel caso siano presenti, nel nucleo familiare, figli fino a 21 anni. Il limite si innalza a 26 anni nel caso di studenti o inabili al lavoro.
Infine, non tutti i redditi sono considerati ai fini del limite da rispettare per la decurtazione della pensione di reversibilità, rientrano in questa casistica la rendita rivalutata dell’abitazione principale, i compensi arretrati soggetti a tassazione separata e il TFR.