Assegno di ricollocazione, somma, durata e condizioni da rispettare: guida per capire come ottenere e mantenere il beneficio.
Beneficio con sicurezza per una determinata categoria di cittadini. Se l’obiettivo è ottenere, e capire come gestire l’assegno di ricollocazione, con questa guida è possibile comprendere in maniera immediata come far fronte ad una possibilità del genere. Si tratta di uno strumento a favore delle Politiche attive che favoriscono il rinserimento nel mondo del lavoro. Vale per tutti? Soprattutto se si torna a lavorare, viene meno? Tutto quello che c’è da sapere in poche e semplici mosse. Tornare a lavoro e ripristinare la propria condizione economica e contributiva diventa più semplice.
Come essere in regola, e soprattutto in una situazione di vantaggio. Con questo, non significa porre in essere delle mosse per sovrastare gli altri, ma vuol dire non perdere il proprio potere nel contesto economico sociale. Bisogna sapersi difendere, e per farlo è necessario informarsi, specialmente quando la normativa “galoppa”. Dal 2022 può essere dato solo a chi non percepisce altro aiuto, mentre in passato veniva percepito anche da chi aveva il Reddito di Cittadinanza o Naspi. Infatti, si tratta di una somma versata come voucher dalla CIGS, Cassa Integrazione straordinaria, con il fine di trovare lavoro.
Dove può essere speso? Di sicuro, non al bar! Ma presso un centro dell’impiego o un operatore assicurato sempre del medesimo settore in considerazione. Quali sono però i lavoratori che ne possono usufruire? La somma può andare dai 250 euro fino ai 5 mila euro. Dato che si tratta di una misura importante, perché comporta una ripresa lavorativa, bisogna aver chiari destinatari e durata.
Imparare a gestire un istituto del genere, significa avere dalla propria, uno strumento tanto potente quanto distruttivo se non se ne rispettano gli aspetti principali. Non basta soddisfare dei requisiti, ma porre in essere la giusta condotta affinché lo si possa percepire senza commettere guai. Come già accennato, si riferisce a lavoratori che ricevono un trattamento straordinario di integrazione salariale, ma a della condizioni specifiche. Ecco di quali si tratta, e per quanto tempo si può percepire.
Si può ricevere il beneficio ammenoché l’azienda del lavoratore preso in causa abbia stilato un accordo di Ricollocazione con i sindacati. Perché è poi questo patto che specifica la categoria di lavoratori che potrebbero percepire l’assegno di ricollocazione. E’ un documento essenziale, se non c’è, non si può procedere in questa direzione. I lavoratori che vi rientrano, possono richiederlo nella forma anticipata, a 30 giorni dalla sua sottoscrizione.
Inoltre, presenta sindacati e tutto ciò che il lavoratore deve fare, entro tempi e limiti stabiliti, per ripristinare la sua situazione lavorativa. Appunto, è uno strumento studiato in modo da non essere un vantaggio prettamente economico, ma una misura d’aiuto al 100%. All’ex dipendente interessa tornare a lavorare, no ricevere dei soldi senza fine alcuno. Anche perché, non sono destinati a durare in eterno. Riguardo alla durata del percepimento dell’assegno di ricollocazione, è bene sapere che non può essere meno di 6 mesi. Questi termini di scadenza possono essere prorogati a 12 nel caso in cui non sia stata impiegata tutta la somma prestabilita.
Può essere richiesto online nella piattaforma MyAnpal. Una volta fatta la domanda, l’Ente svolge le sue verifiche, e poi entro i 30 giorni dalla comunicazione in questione, si completa la richiesta, sempre in digitale. Il richiedente può anche scegliere l’Ente che eroga il voucher, ed è li che poi si progetta il suo percorso di rinserimento con tanto di tutor a fargli da guida. E se torna a lavorare? Se il contratto di lavoro non supera 6 mesi del percepimento dell’assegno, allora continua a riceverlo. In caso contrario, termina.