Come tutelarsi quando accade di ricevere un assegno scoperto: attenzione all’iter da seguire, cosa sapere.
Oggi siamo abituati ad effettuare pagamenti e trasferire denaro comodamente online, tanto che i contanti ci appaiono quasi obsoleti. Per tale ragione, forse, non conosciamo nel dettaglio il funzionamento di altri metodi di pagamento e, quando ci capita di averci a che fare, siamo alle prime armi e rischiamo di ritrovarci a far fronte a problemi non da poco. Parliamo, oggi, dell‘assegno e, nel dettaglio, di quello scoperto: come agire? Ecco l’iter da seguire per tutelarsi.
Pensare che non ci ritroveremo mai a dover incassare un assegno è un errore comune: potrebbe capitare in qualsiasi momento e essere preparati a riguardo è fondamentale per evitare guai. Andiamo a vedere, allora, come comportarsi laddove ci recassimo in banca e scoprissimo che quello ricevuto è “scoperto”.
Assegno scoperto, come tutelarsi: l’iter da seguire, ecco cosa sapere
Quando ci rendiamo conto, giunti in banca, di non poterci appropriare del denaro che ci spetta perché l’assegno che treniamo tra le mani è “senza provvista” significa dover far fronte ad un duro colpo. Quali sono, allora, i passaggi necessari a tutelare le nostre finanze e come intervenire a riguardo?
Per prima cosa, ovviamente, mettersi in contatto con il debitore, colui che ha erogato l’assegno. Se ci fossero dei problemi non voluti, infatti, la situazione potrebbe essere risolta a stretto giro. Laddove, purtroppo, né noi né la banca fosse in grado di reperire il debitore, allora occorre agire per tutelare i propri interessi.
A questo punto, dunque, si può protestare l’assegno scoperto. Tale misura è una procedura sanzionatoria nei riguardi di chi ha emesso il pagamento “scoperto”. Laddove l’assegno fosse su piazza, avremo 8 giorni di tempo per chiederne il protesto, se, invece, non è su piazza, abbiamo a disposizione 15 giorni. Ricordiamo che il debitore può procedere con un pagamento tardivo, entro 60 giorni dall’emissione dell’assegno, alla cui ci cifra si sommeranno il 10% del totale del titolo come penale e gli interessi legali relativi al ritardo.
Se il protesto non raggiunge il suo scopo, occorrerà far recapitare al debitore, tramite pec o raccomandata, l’atto di precetto. Tale procedura, che può essere avviata entro 6 mesi dalla ricezione dell’assegno scoperto, darà al debitore 10 giorni di tempo per saldare l’insoluto.
Infine, se nemmeno tale procedura permetterà di risolvere il problema, allora si potrà fare richiesta al Tribunale per un decreto ingiuntivo nei confronti del debitore. Tale misura, seppur lunga e complessa, dovrebbe consentire di arrivare al recupero di quanto dovuto, anche attraverso procedure come il pignoramento.